La legge di
istituzione della ASL della Romagna aveva i minuti contati. Doveva essere
approvata nei tempi dettati dalla Giunta, tanto da mortificare anche il dialogo
con le parti sociali e non far pervenire a nessuno una qualsivoglia bozza di
progetto organizzativo. Oggi nominato il direttore generale in quota Ravenna,
anche se di Ravenna non è, ma sembra vantare delle influenti relazioni nel
circuito PD, si va con molta calma e si teorizza la moderazione, la necessità
di verificare con prudenza ogni passo. Un tempo lungo che sembra assai utile
per piazzare tutte le pedine di un puzzle da tre miliardi di euro e con una attenzione maniacale a non
disturbare gli interessi sanitari bolognesi. Se la Romagna fino al 31
dicembre scorso era di fatto e per evidenti rapporti di Forza una sorta di
succursale di Bologna e dell’Emilia, dove, guarda caso, i cittadini possono
vantare la completa offerta di prestazioni senza dover migrare in altri
territori, oggi i rapporti di Forza sono cambiati, anzi stravolti e non si
capiscono le esitazioni del Direttore Generale. “Conclude Gianguido Bazzoni Presidente
del Gruppo Assembleare Forza Italia – PDL in Regione Emilia-Romagna: “ritengo che più di ogni cosa sarebbe
necessario prima delle vacanze estive, essendo passati sei mesi dalla
costituzione della Azienda unica della Romagna, che il Direttore generale Des
Dorides presentasse l’atto aziendale, ovvero l’atto fondamentale di
organizzazione dell’Azienda ASL unica della Romagna.”
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