mercoledì 31 dicembre 2014

QUESTO TRISTE, TRISTE NATALE, riflessioni di un giorno di festa di Gianguido Bazzoni


Guardandomi attorno in questi giorni di festa e vedendo la desolazione che investe le nostre città, non posso non ricordare che questo è il quarto Natale consecutivo di disperazione, da poi che il marcio potere finanziario internazionale, attraverso i suoi servi europei e soprattutto italiani, ha deciso di mettere sotto scacco l’Italia e di spogliarla degli averi dei suoi cittadini. Quattro anni fa i ristoranti erano davvero ancora pieni ed oggi sono desolatamente vuoti, quattro anni fa si poteva ancora scegliere fra: sostenere i consumi e la produzione, impedendo che il PIL (prodotto interno lordo) crollasse, oppure iniziare a spolpare il malato ancora vivo, accelerandone l’agonia e la prossima morte. Quello che è stato fatto all’Italia, da Monti in poi, ricorda il metodo di macellazione islamico che prevede di far uscire tutto il sangue dall’animale. Se l’animale venisse ucciso immediatamente, o ne venisse recisa un’arteria, il cuore si fermerebbe e smetterebbe di pompare fuori il sangue. Per questo motivo viene recisa una vena in modo che l’animale non muoia subito, il cuore continui a pompare fino alla fine e tutto il sangue possa essere estratto. In questo momento, da quattro lunghi anni, all’Italia è stata recisa la vena e qualcuno ci sta estraendo il sangue. Nel 2011, pur venendo da alcuni anni di crisi, il PIL era ancora positivo, il debito pubblico era 1800 miliardi, l’inflazione era al 2% e permetteva di recuperare parzialmente i costi crescenti, i disoccupati erano l’8%, le famiglie non erano svenate dalla casa, le aziende riuscivano a barcamenarsi.

sabato 27 dicembre 2014

GLI AUGURI DI SILVIO BERLUSCONI


Caro Vincenzo,
desidero rivolgerti un affettuoso augurio per un Buon Natale e per un anno nuovo nel quale tu possa realizzare tutti i progetti che hai nel cuore per te e per le persone a cui vuoi bene. Purtroppo stiamo attraversando un periodo molto difficile. Ciascuno di noi vive nel suo ambiente, nel suo lavoro, nella sua famiglia le difficoltà di una crisi economica che non accenna a risolversi.

Il programma che noi metteremo in pratica, ove avessimo responsabilità di governo, lo conosci bene. E’ la formula liberale del benessere e della crescita che ha funzionato sempre e dovunque sia stata realizzata. E’ un programma in tre punti. Il 1° punto: meno tasse, il 2° punto: meno tasse, il 3° punto: ancora meno tasse. Meno tasse sulle famiglie per rilanciare i consumi. Meno tasse sulle imprese, perché possano produrre di più e tornare ad assumere e ad investire. Nessuna tassa sulla casa, perché la casa è sacra, è il pilastro su cui ogni famiglia ha il diritto di costruire la sicurezza del proprio futuro e non dev’essere soggetta a nessun prelievo fiscale.

Per gli anziani un’attenzione speciale.
1) L’aumento delle pensioni minime a 1000 euro al mese per 13 mensilità.
2) Interventi di medicina sociale con assistenza sanitaria completa
3) Nessuna tassa sulla casa
4) Nessuna imposta di successione

Tutto questo si può ottenere con la flat tax, la tassa al 20% uguale per le famiglie e per le imprese, che ormai funziona benissimo nei 38 Paesi in cui è stata adottata, ed è, con la formula liberale, il solo modo per rilanciare lo sviluppo, quello che appunto la sinistra non è capace di fare.

Con questa sinistra noi possiamo anche essere d’accordo su quelle riforme istituzionali che noi avevamo già realizzato nel 2005 e che loro avevano cancellato con un referendum abrogativo nel 2006. Si tratta del passaggio da due Camere a una sola Camera per l’approvazione delle leggi e del passaggio da una politica frazionata in tanti partiti a due soli poli come negli Stati Uniti: repubblicani e democratici, democratici e repubblicani.

Votare con la sinistra le riforme Costituzionali non significa quindi confondere il nostro ruolo di oppositori con quello della maggioranza, perché noi siamo all’opposizione di questa sinistra su tutto il resto e cioè sulla politica economica, sulla politica fiscale, sulla spesa pubblica, sulla riforma della giustizia, sulla sicurezza, sulla politica estera e su tutto il resto.

Io potrò lavorare di nuovo insieme a tutti noi azzurri per realizzare il nostro progetto più ambizioso: quello di trasformare la maggioranza numerica dei moderati, che nessuno discute essere tale, in una maggioranza politica consapevole e organizzata.

Si tratta di convincere una parte di quei ventiquattro milioni di italiani che delusi e disgustati da questa politica e da questi politici, hanno deciso di non andare a votare. Dobbiamo convincerli del contrario spiegando a loro il nostro programma e i vantaggi che ne deriverebbero a loro e a tutti gli italiani.

Possiamo farcela. Dobbiamo farcela. Con l’impegno, con la passione, col lavoro possiamo riuscirci. Io ne sono sicuro e spero che tu sarai al mio fianco in questa battaglia di verità e di libertà.

E’ con questa speranza e con questo convincimento che ti rivolgo gli auguri più cordiali e più affettuosi di Buon Natale e di buon Anno.

martedì 23 dicembre 2014

FIDUCIA AL SENATO. LEGGE DI STABILITA’ , IL GOVERNO AUMENTA L’IVA AL 25,5%.

Le misure anti-deficit nascoste nella legge di stabilità sotto il nome di “clausole di salvaguardia”: bombe ad orologeria, non immediatamente operative, ma scatteranno solo se i risultati di risparmio sulla spese pubblica non verranno raggiunti. A partire dall’aumento delle accise sulla benzina. In pratica, con una delle tante clausole di salvaguardia inserite ancora una volta nella manovra di fine anno, il direttore delle Dogane dal 30 giugno potrà aumentare le accise sulla benzina e garantire così all’Erario oltre 1,7 miliardi di euro attesi dagli strumenti finalizzati a contrastare l’evasione Iva.
È però l’aumento dell’IVA al 25,5% a tenere ancora banco. La clausola di salvaguardia prevede l’aumento dell’Iva ordinaria (attualmente al 22%) al 24% nel 2016, al 25% nel 2017 e al 25,5% nel 2018. Ritocchi saranno previsti anche per la cosiddetta IVA ridotta attualmente al 10%.
NEL 2016
– l’Iva ordinaria (che oggi è del 22%, ossia per gran parte dei beni di consumo) passerà al 24%;
– l’Iva agevolata (che oggi è al 10%) salirà al 12%.
NEL 2017
– l’Iva ordinaria salirà dal 24% al al 25%
– l’Iva agevolata sfiorerà il 13%.
NEL 2018
l’Iva ordinaria arriverà dal 25% al 25,5%.
– l’Iva agevolata resterà al 13%.

sabato 20 dicembre 2014

BERLUSCONI: “ TORNERO’ A SCATENARMI, PREPARATE I KALSHNIKO”


Intervento all'Esercito di Silvio: "È ora di dire basta a uno Stato che rapina i cittadini"
"Vi garantisco che io sono ancora qui pieno di determinazione e appena mi lasceranno libero da questa prigione che mi è stata ingiustissimamente comminata io mi sca-te-ne-rò.
Preparate i Kalashnikov". In collegamento telefonico con il direttivo dell’esercito di Silvio guidato da Simone Furlan, Silvio Berlusconi blinda il patto del Nazareno e avverte che a febbraio sarà di nuovo in campo per rifondare il partito. "Dobbiamo rifondare Forza Italia a partire dal 15 febbraio - dice - giorno a cui noi guardiamo con grande speranza e che ridarà a me la possibilità di poter essere in campo e di poter essere presente in tutte le regioni per dire cosa abbiamo fatto negli anni di governo e quello che noi abbiamo intenzione di fare e quello che questo governo non è in grado di fare".
Dalla partita per il nuovo capo dello Stato alle barricate contro le nuove tasse del mgoverno Renzi, Berlusconi è un fiume in piena. Traccia le prossime sfide e fa capire che, sin dalle prime battute del 2015, la puntata è altissima. "Il carico fiscale che grava sugli italiani è la cosa che preoccupa di più - tuona l'ex premier - io vi chiedo di parlare dell’oppressione fiscale e dopo tre anni di governi non eletti dagli italiani abbiamo più tasse e meno lavoro". Berlusconi invita l'Esercito di Silvio a parlare con quei 28 milioni di cittadini che non vanno a votare e che non voteranno mai a sinistra. "La delusione - avverte - è il nostro peggior nemico". E prende a esempio il leader della Lega Nord, Matteo Salvini. "Va dritto a centrare la protesta che sta nella pancia degli italiani - spiega - e quando gli chiedono della legge elettorale, risponde 'non mi importa con quella non ci mangio'". Per il Cavaliere, Salvini "sarà un po' nature, ma produce consenso". "Anche noi dobbiamo produrre queste cose - incalza - dobbiamo essere capaci di far capire ai cittadini cos’è Forza Italia".
Ai suoi il Cavaliere non nasconde che ad oggi la posizione di Forza Italia è "difficile" dal momento è stato ritenuto giusto stipulare il patto del Nazareno. Un patto "che ci dà fastidio". Perché, sottolinea Berlusconi, "ci ha impedito di fare l’opposizione e ha confuso l’elettorato" creando "problemi interni""Ma come facciamo a dire di no alle nostre riforme? - si chiede - Se ci viene quindi offerto di passare al monocameralismo e al bipolarismo noi per coerenza e amor di patria non potevamo dire di no". Al patto del Nazareno, però, deve essere legata l'elezione del nuovo presidente della Repubblica. "È una conseguenza logica - sottolinea Berlusconi - non potrà essere eletto un capo dello Stato che a noi non sembri adeguato all’alta carica che deve ricoprire se non è un garanzia per tutti".

lunedì 8 dicembre 2014

70 ANNI DELLA LIBERAZIONE DI BRISIGHELLA: RICORDI E RIFLESSIONE.

Brisighella ha celebrato Il 4 dicembre il 70^ anniversario della liberazione.
Avevo cinque all’epoca,  sono nato il 5 dicembre. I ricordi sono flebili, data l’età, ma una cosa è certa i miei genitori, mia madre cattolica e mio padre d’idee socialdemocratiche mi hanno inculcato il coraggio e l’amore per la verità . Ricordo vagamente, il piccolo rifugio nella cantina, dove abitavo in via 24 maggio e quello immenso della Famiglia Lega. Porto ancora il segno, nell’orecchio, del morso di un topo quando ci rifugiavamo per l’arrivo dell’ aereo “pippo”, ma non certo il timore. Ci sono ancora alcuni piccolissimi segni di schegge nella facciata di casa e ricordo i nascondigli che usavano per nascondersi, conosciuti da più grande, che mi sembravano facili da trovare, forse perché nessuno era venuto a cercare. Ricordo la sera del 18 aprile del  1948 quella della vittoria della Democrazia Cristina e di Saragat, sul Fronte Popolare. Davanti all’osteria di mio zio Gigiolè in via Fossa, c’era un gran traffico di brisighellesi che si dirigevano nella piazza Carducci, poi, ricordi certi e sicuri: la musica che proveniva  dall’arena parrocchiale Giardino, del film Sangue Arena,  Verde Luna,  martellante, ma bella.
Brisighella è stata politicamente per tanto tempo “un’isola bianca”, nel periodo dei miei studi ricordo il diverso linguaggio dei miei maestri da Parini, severo e austero, a  Dalmonte più ambiguo, che ho conosciuto poi in politica. Nella scuola di avviamento professionale, come dimenticare  l’austero prof. Giberti.
Allora non si parlava della Resistenza con insistenza come oggi.
Immenso era, il cimitero dei soldati tedeschi che vedevo in via  F.lli Cardinali Cicognani inizio di Via Puriva.
Nel 1956 ricordo l’invasione dell’Ungheria da parte dei sovietici e la mia prima protesta con gli altri  studenti a scuola a Faenza.
Sulla Liberazione di Brisighella, poco si è scritto, molto invece su Cà Malanca. Ricordo i vari avvenimenti e celebrazioni per ricordare la Brigata Maiella sciolta a Brisighella, la Friuli, le varie cerimonie con parole generaliste ma non particolari non specifiche di brisighellesi.
Per conoscere i fatti e i dettagli, della liberazione di Brisighella, si è dovuto aspettare il 2004 (sessantesimo della liberazione) con il bel libro pubblicato dall’Associazione La Memoria storica di Brisighella: “Brisighella 1944 - nell’oppressione, nella prova, un popolo solidale”.  Un libro curato da diversi autori, protagonisti dell’epoca, ancora viventi, che ne hanno dipinto un quadro direi quasi completo ma con zone d’ ombra non approfondite, forse per l’età degli scrittori ma forse ancora per timore dei fatti della sinistra comunista, allora fondamentale per Brisighella. Per esempio la presenza Sap (Squadre di azione patriottica) di origine cattolica, aperte al contributo di tutte le idee politiche anche socialiste, diversa dalle altre formazioni di sinistra comunista che operavano a parte; il contributo di vita pagato dai tanti civili. Il fronte non si fermò a Brisighella, colpì particolarmente Riolo Bagni
Brisighella, è un’opinione, anzi una sensazione, ha troppo spesso avuto timore e paura, allora meglio non ricordare pagine scomode e imbarazzanti, non approfondire quanto successo, particolarmente nel campo della resistenza partigiana di sinistra, dove sappiamo ci furono vicende belle ma anche “scabrose”.
Passati settant’anni una riflessione va fatta. L’amico geom. Alfredo Monti, mi raccontava, quando giovane ragazzo per nascondersi nella zona alta di Brisighella, aveva assistito  involontariamente a fatti  compiuti da personaggi,  che lo volevano eliminare fisicamente, anche se lui non aveva intenzione di parlarne  con alcuno. Per la paura chiese aiuto a Ermenegildo Montevecchi, (sindaco PCI di Brisighella 1948-51) che conosceva bene e questi lo assicurò garantendolo personalmente che nessuno gli avrebbe fatto alcun male. Ho conosciuto il giudice Paolo Scalini, letto il suo libro dove riporta orrendi fatti accaduti nelle colline di Monteromano, come pure brutti fatti dall’altra parte.
Non ho detto nulla quando, dieci anni fa, i giovani, hanno dedicato la sezione ANPI di Brisighella, all’amico Pino Bartoli, ex Sindaco, repubblicano della brigata Corbari, una brigata politicamente anomala: “…. l'ideale politico di Corbari - e a quei tempi c'era chi dava all'aggettivo una valenza profondamente dispregiativa e, in ogni caso, Corbari non voleva avere nulla da spartire con il PCI né con qualsiasi altro partito….”. Allora perché non dedicare, dopo sessanta anni, la sezione ANPI, al sindaco comunista Sesto Liverani (Palì) (1945-1946) nominato dal CNL,  decorato di medaglia d’argento, nato a Brisighella nel 1916 datosi alla macchia nell’inverno 43-44 che costituì i primi gruppi partigiani della valle del Lamone, che guidò in audaci azioni, la  sua formazione non  subii perdite.
Berlusconi ad Onna (2009) ha tentato una riappacificazione “Se lavoreremo insieme a questo sentimento nazionale unitario avremo reso un grande servizio non a una parte politica, ma al popolo italiano e, soprattutto, ai nostri figli, che hanno il diritto di vivere in una democrazia finalmente pacificata» Ma come è possibile che una festa nazionale - anzi, la festa fondativa dell’Italia contemporanea - sia un elemento di divisione e persino di scontro? Il 25 Aprile che «divide piuttosto che unire» risale invece al 1994, un mese dopo il trionfo inaspettato di Forza Italia: nasce ufficialmente l’antiberlusconismo. La decisione di Berlusconi segnò una vera e propria svolta politica e civile. «I comunisti e i cattolici, i socialisti e i liberali, gli azionisti e i monarchici di fronte a un dramma comune scrissero, ciascuno per la loro parte, una grande pagina della nostra storia. Una pagina sulla quale si fonda la nostra Costituzione, sulla quale si fonda la nostra libertà». E oggi, ci sono le condizioni per guardare avanti e costruire finalmente un sentimento nazionale condiviso, non più (soltanto) antifascista, ma innervato da un più ampio, e storicamente giustificato, antitotalitarismo”
Purtroppo non se ne fatto nulla, riuscirà  il presidente Renzi che “vuole cambiare verso”?
Ritorno al tempo della liberazione dimenticavo il ricordo dei polacchi con il riso dolce e poi il “latte brulè”, di mia mamma Maria con il latte condensato degli alleati….delizie per un bimbo. La gola…i ricordi…la memoria….dopo settanta anni un invito a superare le divisioni.
Infine una proposta: localmente abbiamo tanti studiosi, il centro studi sulla Resistenza Cà di Malanca, l’Istituto Storico della Resistenza Ravenna, ricevono ancora tanti contributi pubblici per lo studio e l’approfondimento del tempo, perché non si  tenta di completare la storia della “liberazione” di Brisighella del 1944. La Memoria deve essere sempre viva, non aspettiamo ancora, proviamoci., aiutiamo Brisighella e l’Italia.

Vincenzo Galassini ex sindaco Brisighella , consigliere provinciale Forza Italia.

venerdì 21 novembre 2014

Domenica 23 novembre alle elezioni regionali VOTA FORZA ITALIA

Venerdì 21 NOVEMBRE 2014 ore 16,00
NH Jolly Ravenna Piazza Mameli, 1. Ravenna
On.Prof. RENATO BRUNETTA
Presidente dei Deputati di Forza Italia
Chiuderà la Campagna Elettorale
Con i candidati al Consiglio Regionale Emilia-Romagna di Forza Italia:
ALBERTO ANCARANI Capogruppo FI al Comune di Ravenna
RAFFAELLA RIDOLFI Capogruppo FI al Comune di Faenza
LORENZO FERRI Responsabile Forza Italia Giovani
DEBORAH PIRAZZINI Responsabile Forza Italia Cervia

Presiede: BRUNO FANTINELLI Responsabile Provinciale FI Ravenna 

lunedì 17 novembre 2014

BERLUSCONI LANCIA LA RISCOSSA DEL CENTRODESTRA. UNITI SI VINCE. E SULLA LEGGE ELETTORALE MESSAGGIO CHIARO A RENZI: CARO MATTEO I PATTI SI RISPETTANO, ACCANTONARE LE MODIFICHE ALL’ITALICUM NON CONDIVISE


NON CI FAREMO ROTTAMARE DA RENZI E DALLE SUE SCATOLE VUOTE. IL PREMIER NON PARLA DEI PROBLEMI REALI DEL PAESE E SCAPPA DAL DISAGIO E DAL FANGO. ITALIA MAGLIA NERA IN EUROPA

L’IMBROGLIO DELLA LETTERA DI JUNCKER A RENZI PER COMPENSARE LA VERA LETTERA IN ARRIVO DA KATAINEN. “IL GIORNALE” CI SPIEGA COME BRUXELLES STRONCHERA’ L’ITALIA

L’EUROPA AVRA’ LE SUE COLPE, MA SE GLI ALTRI CRESCONO E NOI NO CI SARA’ UN MOTIVO. IL GOVERNO INCAPACE DI “CAMBIARE VERSO”.


martedì 11 novembre 2014

RIMBORSI IN REGIONE, I CONSIGLIERI DI FORZA ITALIA:”LEGALI AL LAVORO PER CHIEDERE ARCHIVIAZIONE”


Dopo oltre due anni la Procura di Bologna ha concluso le indagini sui rimborsi spese dei Gruppi consiliari della Regione Emilia-Romagna. L’attività della Procura si inserisce nel filone nazionale che ha visto la quasi totalità dei Consigli regionali sottoposti a indagine da parte delle Procure dei vari capoluogo di regione, tanto che nei mesi scorsi si era tenuto un incontro di coordinamento inter procure interessate. "La Procura di Bologna, contestando praticamente tutte le spese a tutti i consiglieri che hanno fatto richiesta di rimborso, ha di fatto messo sotto accusa l’intero impianto normativo e contabile e tutto il sistema di rendicontazione del nostro Consiglio regionale" dichiarano i consiglieri di Forza Italia. "Sul criterio dell’inerenza delle spese, adottato dalla Procura di Bologna, però - prosegue la nota di FI - non c’è univocità di interpretazione fra le varie Magistrature, tanto che le Sezioni Riunite della Corte dei Conti la scorsa estate hanno, contrariamente alla Procura bolognese, giudicato pertinenti i rimborsi dei consiglieri regionali. I nostri legali sono già al lavoro per ottenere l’atto di fine indagine e, in base ai rilievi dei PM, predisporre memorie utili a chiare il nostro operato. Nell’attesa che il Giudice Unico per il Processo (GUP) si pronunci sulla richiesta della Procura, i nostri legali formuleranno richiesta di archiviazione". "Il Consiglio regionale dell’Emilia-Romagna - sottolineano i consigliere di Forza Italia -  a differenza di quasi tutti gli altri Consigli regionali, si è dotato di un robusto impianto di norme, costantemente aggiornato, per quantificare l’ammontare dei rimborsi spese dei consiglieri e regolamentarne la rendicontazione e l’assegnazione delle risorse. A questo impianto normativo e a questo rigido sistema di rendicontazione, al quale il Consiglio regionale aveva affiancato un Comitato di Revisori dei Conti, noi ci siamo sempre strettamente attenuti, chiedendo solo i rimborsi che per legge ci spettavano e documentando scrupolosamente ogni singola spesa. Questo comportamento ci rende sereni nei confronti dell’indagine dei PM e fiduciosi nel pronunciamento dei giudici".

lunedì 10 novembre 2014

IL QUIRINALE ANNUNCIA DIMISSIONI INVECE DI DARLE. E COSI’ ESERCITA ANCORA UN’INGERENZA INDEBITA


La lezione di Ratzinger – Papa Benedetto XVI non ha preannunciato le dimissioni: le ha date. E dire che non c'erano precedenti. Le procedure per far fronte a questa decisione hanno retto. Funziona così.
Andarsene – La salute, l'età, la stanchezza. Motivi su cui a nessuno è permesso sindacare o eccepire. Ci sono questioni che un uomo – qualunque sia la sua responsabilità – deve valutare nel foro della sua coscienza. Senza interferenze. Ma perché Napolitano interferisce sulle scelte di altre coscienze egualmente degne?
Pre-andarsene – In quale articolo della Costituzione è scritto che il Presidente della Repubblica può esercitare una pressione su tempi e temi dell'azione del governo e il lavoro del Parlamento in funzione del proprio monumento a cavallo? Desiderare di perfezionare la propria memoria presso i posteri è vanità scusabile. Ma mettere in atto una sorta di ricatto morale per attuare le riforme che ha in mente, è una forzatura.
Non serviva, o sì? – La Repubblica ha i meccanismi già sperimentati tre volte (Segni, Leone, Cossiga) per far fronte a dimissioni o impedimenti improvvisi. Le procedure ci sono. Mancano le procedure di pre-annuncio. Che rendono tutto più difficile. La fretta nel volere ora la riforma elettorale subito e per il comodo del Pd nasce da questo suo pre-annuncio. Non va. Allora si dimetta ora. Adesso. Perché un altro mese e mezzo di penultime volontà vincolanti moralmente?
Scalfari Provvede lui a erigere il monumento a Napolitano. Una frase la trascriviamo. E' perfetta, e molto triste per noi: documenta che Napolitano ha aggirato purtroppo la Costituzione e la volontà popolare. Con la scusa dello stato di necessità. Per noi la sovranità popolare è la prima necessità a cui un capo dello Stato deve sottomettersi.
Circostanze di nome golpe – Scrive Eugenio Scalfari su “Repubblica” di oggi: “Le circostanze hanno obbligato Napolitano a nominare tre governi senza che avessero ricevuto la preventiva designazione elettorale: quelli di Monti, di Letta, di Renzi”. Queste cose le dicevano in Sud America Pinochet e Videla.
Il successore Almeno per la legge dei grandi numeri forse è il caso che il presidente non venga dalla sinistra. Quattro e mezzo di fila sono un po' troppi per una democrazia.

domenica 9 novembre 2014

RICORDIAMO IL 25° ANNIVERSARIO DELLA CADUTA DEL MURO DI BERLINO 9 NOVEMBRE 1985,

 Rodolfo Ridolfi*
Abbiamo voluto fondare il nostro movimento, Azzurri del’94 con Silvio Berlusconi, proprio il 9 novembre del 2012 anche perché fra i principi fondanti di Forza Italia c’è la libertà e la lotta all’ideologia comunista che sopravvive, insieme alle altre totalitari, come negazione stessa delle basi della nostra civiltà. Ancora oggi circola in Italia e in Europa, l’idea che il comunismo sia stato un modello in se stesso buono, che però ha trovato una cattiva applicazione. No, il comunismo era ed è intrinsecamente sbagliato perché nega la natura umana ed è stato, con il nazismo, l'impresa più disumana e criminale della storia dell'umanità. Il crollo del muro di Berlino ha segnato la fine dei regimi comunisti nell'Europa centrale ed orientale. Purtroppo non ha significato la fine di tutti i regimi comunisti nel mondo. Ma il comunismo non sopravvive soltanto in Cina o nella Corea del Nord, il comunismo continua a sopravvivere anche in Italia spesso camuffato riconoscibile per il modo di essere, di molti, comunisti senza comunismo rinnegando le proprie idee ed il proprio passato, ignorando colpevolmente l'evidenza delle decine di milioni di vittime del comunismo, come se fossero semplici dettagli della storia; e allo stesso tempo mantenendo i metodi di lotta politica: quello di considerare gli avversari dei nemici da eliminare, moralmente e politicamente, con la “verità” che conviene al partito, con l'uso politico della giustizia, imponendo, in un intreccio con i poteri forti, anche a livello europeo, l'egemonia sulla società civile, sull'economia, sulla scuola, sull'informazione. Per questo ci piace sottolineare come la notte fra il 9/10 novembre 1989, momento storico della caduta del Muro di Berlino rappresenti, nel comune sentire di tutta l’Europa dei popoli, la stagione della liberazione dal regime comunista, che, imposto in tanti Paesi di antica civiltà e cultura, li aveva precipitati nel sottosviluppo ed allontanati dalla comune matrice europea. La caduta del Muro di Berlino ha lo stesso valore simbolico ed integra la liberazione dalla guerra, dal nazismo e dal fascismo che ricordiamo doverosamente tutti gli anni il 25 aprile. Il 9 novembre è qualcosa di più di una ricorrenza, può essere la prima significativa festa dell’Europa. L’allargamento dell’Unione, la nascita dell’euro, fra l’altro non condivisa da tutti gli Stati Europei, l’applicazione dei trattati di Maastricht e

giovedì 6 novembre 2014

E’ L’ORA DEL PATRIOTTISMO. LA MIA INTERVISTA DI OGGI AL QUOTIDIANO NAZIONALE

Le barzellette d’ esordio, tre, due delle quali in francese (deliziosa ma irripetibile quella che gli raccontò Mitterrand) sono state il generoso omaggio a un rito dovuto. Nella sua villa di Arcore, Silvio Berlusconi sembra un leone in gabbia. Un leone ferito. Confinato a casa, con i carabinieri alla porta, il telefono sotto controllo e senza più il passaporto, non riesce a liberarsi dal peso della propria «ingiusta condanna» e dell’«assurda decadenza da parlamentare, terzo colpo di Stato dopo l’ avviso di garanzia a Napoli nel 94 e la balla dello spread nel 2011». Ne parla in continuazione e quando ne parla ne soffre. È nervoso, non se ne fa una ragione. E a incoraggiarlo ad alzare lo sguardo sul mondo è anche peggio. A margine di questa rara intervista, la prima concessa a un giornalista nel suo salotto di Villa San Martino da quando vi è recluso’ per decisione del giudice di sorveglianza, Berlusconi ha parlato dello stato dell’ economia europea con toni a dir poco accorati. È preoccupato per l’ Italia, ma, in ossequio al suo noto «ottimismo», non vuole dirlo pubblicamente: «Non servirebbe a nulla, sarebbe solo dannoso».
Presidente, quanto conta la fragilità italiana nel rapporto che ha instaurato con Renzi?
«Conta. Viviamo un momento difficile, io sono sempre stato ispirato da un sano patriottismo e la Patria è oggi minacciata da una crisi economica senza precedenti».
Dunque?
«Dunque, bisogna che, pur nel rispetto della diversità di ruoli e di cultura politica, ciascuno metta al primo posto l’ interesse nazionale. Per vent’ anni ci siamo lamentati del fatto che la politica fosse fatta prevalentemente di insulti e che mirasse alla distruzione dell’ avversario. Tutti abbiamo sperato in un bipolarismo maturo nel quale, su alcuni temi di interesse generale come le regole istituzionali, si potessero trovare convergenze tra maggioranza e opposizione. Oggi questo parrebbe possibile».
Con Renzi, sull’ Italicum siete allo stallo? È favorevole a una legge elettorale che contribuisca a creare un sistema bipartitico? 
«Sarebbe una buona cosa. Ma la legge elettorale è fatta di tanti capitoli, che devono equilibrarsi fra loro. Ci stiamo lavorando sulla base del testo votato alla Camera tenendo conto che ogni correzione dev’ essere concordata tra il Pd e noi. Non credo ci siano problemi insolubili ma spero che nessuno insista su delle forzature».
C’ è chi spiega la sua indulgenza nei confronti del governo Renzi con la necessità di tutelare le sue aziende...
«Non capisco davvero cosa potrebbe fare il governo per tutelare le mie aziende. Anzi, no, una cosa potrebbe farla: far ripartire l’ economia, così anche il mercato pubblicitario avrebbe una ripresa. Ma questo non riguarda Mediaset, riguarda l’ Italia».
Realisticamente, crede che ci siano le condizioni perché la legislatura arrivi alla sua scadenza naturale?
«Non credo che una campagna elettorale sia quello di cui il Paese oggi ha bisogno, viste le difficoltà in cui ci troviamo». 

SALVINI RISCHIA DI FARE LA FINE DI MONTI E FINI


Adalberto Signore - Matteo, attento a non fare la fine di Gianfranco Fini e Mario Monti». Il messaggio che Giovanni Toti recapita al segretario della Lega è piuttosto chiaro, segno che in quel di Arcore non sono affatto piaciute le ultime esternazioni di un Salvini che promette di «prendersi il centrodestra» lasciando in disparte Silvio Berlusconi. Ecco perché l'eurodeputato azzurro, nonché consigliere politico dell'ex premier, non ci gira troppo intorno: «Chiunque ha pensato a coalizzare il centrodestra prescindendo da Berlusconi e Forza Italia non ha fatto una bella fine. Basta ricordare le avventure di Fini e Monti che pensavano di cancellare Berlusconi e hanno finito per fare un danno a loro stessi, al Paese e agli elettori che credevano di rappresentare».
Insomma, è d'accordo con l'obiettivo ma non con il percorso pensato da Salvini?
«Ben venga la volontà di costruire un'alternativa al centrosinistra, ma il baricentro non può che ruotare intorno a Forza Italia che rappresenta, per numeri e per storia, il fulcro dell'alleanza».
Salvini però sostiene che Forza Italia stia facendo un'opposizione «light»...
«Lui persegue un'operazione politica chiara: sdoganare la Lega da partito territoriale a partito nazionale con una connotazione lepenista. Molti dei temi - immigrazione, euro, politiche di Bruxelles da rivedere - sono assolutamente condivisibili solo che il loro svolgimento necessita di una mediazione».
Intende dire che Salvini eccede?
«Dico che con la sua linea politica si prende qualche voto in più a destra ma si abbandona il centro moderato e non si costruisce un programma alternativo a Renzi che possa avere la fiducia degli italiani. Anche all'estero partiti esclusivamente antisistema come il Front National in Francia o l'Ukip in Inghilterra hanno raccolto molti voti ma non governano».
Quindi non crede che la Lega possa essere il motore di un'alleanza di centrodestra?
«Può essere parte, ma non il tutto, o comunque il fulcro».
Oggi si vota la mozione di sfiducia ad Alfano presentata dalla Lega. Che farete?
«Voteremo contro perché equivarrebbe a votare la sfiducia alle nostre forze dell'ordine che meritano invece il nostro sostegno».

martedì 4 novembre 2014

MOBILITAZIONE DI FORZA ITALIA CONTRO LA POLITICA ECONOMICA DI RENZI


Silvio Berlusconi  Giovedì incontrerò tutti i gruppi parlamentari e tutti i coordinatori provinciali di Forza Italia per lanciare una grande mobilitazione anche al fine di cancellare le tasse sulla casa. Durante il nostro ultimo governo le avevamo ridotto molto, le famiglie nel complesso pagavano undici miliardi di euro, oggi si sono triplicate e le famiglie pagano più di trenta miliardi.

FORZA ITALIA UNITA NEL RISPETTO DEL DIRITTO E PER IL RIPRISTINO DELLA GIUSTIZIA. SEVERINO ALLE ORTICHE

Brunetta – “La sentenza del Tar su De Magistris ha un riflesso politico immediato: dimostra che il Senato ha agito contro Berlusconi tradendo disonestamente il diritto, rifiutando l'esistenza di un dubbio di legittimita' costituzionale oggi ammesso da un Tribunale". Lo afferma in una nota Renato Brunetta, Presidente dei deputati di Forza Italia, che aggiunge: "Com'e' stato possibile, dinanzi a pareri di giuristi autorevoli, che sia il presidente della Repubblica Napolitano che quello del Senato Grasso siano  stati silenti davanti a questo scempio oggi giuridicamente certificato? Ormai il guasto e' irrimediabile, ma una semplice dichiarazione di scuse, per cominciare, sarebbe gradita. A partire dal Presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Sul merito poi sono fiducioso su quanto decidera' la Corte: l'articolo 25 della Costituzione e l'articolo 7 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle liberta' fondamentali sono dirimenti sulla non retroattivita' delle pene".
Toti “Per De Magistris si e' ricorsi alla Consulta per Berlusconi no. La legge non e' uguale per tutti. A Silvio Berlusconi non fu data la stessa possibilita' che oggi e' stata data a Luigi De Magistris, che con una decisione del Tar di Napoli e' stato reintegrato nel suo ruolo. Ruoli diversi e situazioni diverse ma anche applicazione diversa di una stessa norma". Lo scrive Giovanni Toti eurodeputato e consigliere politico di Forza Italia. "Allora la presidenza di Palazzo Madama e quella della Commissione competente non ritennero di dover verificare la costituzionalita' della "Severino" nonostante l'auspicio in tal senso di molti giuristi super partes, causando una grave lesione al Parlamento, alla democrazia e al diritto. Ne dovrebbero trarre le dovute conseguenze. Oggi la politica deve intervenire, celermente, per sanare la disparita' e porre rimedio ad una grave ingiustizia. In un Paese civile la legge e' uguale per tutti".



domenica 2 novembre 2014

BAZZONI: “POLLASTRI (PC) E’ LA FORZA DI QUESTO TERRITORIO IN REGIONE


Comunicato stampa di Andrea Pollastri, candidato alle regionali per Forza Italia Piacenza. “Ho avuto il piacere e il privilegio di collaborare con Andrea in questi anni in Regione e ho conosciuto una persona splendida da un punto di vista umano e professionale. Il consigliere Pollastri è stato una delle colonne portanti del nostro gruppo, ma direi di tutta l’opposizione. Una presenza costante e qualificata che merita di essere riconfermata per i prossimi anni”. E’ una vera e propria investitura quella attribuita questa mattina a Pollastri dal capogruppo in Regione di Forza Italia, Gianguido Bazzoni, giunto da Ravenna – “in macchina, ma per Andrea sarei venuto anche a piedi” – per sostenere la candidatura di Pollastri alle elezioni regionali del prossimo 23 novembre.
 “Il lavoro dell’opposizione – ha sostenuto Bazzoni – in una Regione rossa come l’Emilia-Romagna è veramente complicato, snervante. Ci si trova ad assistere all’approvazione di provvedimenti sbagliati che passano solo grazie ai numeri di una maggioranza che vota spesso acriticamente. Forza Italia in questi anni, e Pollastri ha contribuito in modo spesso determinante, ha svolto un’opposizione a tratti intransigente, cercando però di essere costruttiva e avendo sempre a cuore l’interesse dei cittadini emiliano-romagnoli. Oggi sono convinto ci sia la possibilità di voltare pagina e dare alla Regione un governo nuovo di centrodestra. L’Emilia-Romagna ha bisogno di più attenzione al lavoro e per i giovani, maggior cura del territorio, preventiva e non a posteriori, più sicurezza, meno sprechi e meno burocrazia”.

martedì 28 ottobre 2014

GOVERNO: RENZI NON RIUSCIRA’ A FARE RIFORME DI CUI ITALIA HA BISOGNO


“Oggi Renzi è un leader dimezzato. Nel Pd si riconoscono centinaia di migliaia di persone che gridano in piazza slogan terrificanti contro il premier, guidati da leader sindacali e parlamentari militanti nelle sue fila. Come può fare le riforme che la drammatica situazione richiede con assoluta urgenza? Semplicemente, non può”. “A oggi non ne ha fatta neanche una. Ma questa ambiguità non può durare. L’analisi economico-finanziaria chiede credibilità e forza democratica, che il presidente del Consiglio non ha. Ed è questa la maledizione di Renzi: è leader grazie a un imbroglio e alla pavidità dei suoi compagni di partito. In piazza ormai il re è nudo. È impossibile che un governo sostenuto da un partito diviso a tutto faccia le riforme necessarie per portare l’Italia fuori dalla crisi. E la situazione internazionale rischia di volgere al peggio”. “Le cose da fare sono tante, in Europa e in Italia. Il governo Renzi ha la forza di farle? L’agenda parlamentare è infernale: Jobs Act, già snaturato al Senato; delega fiscale; Italicum; riforma di Senato, Pubblica amministrazione e giustizia. Ha gli strumenti per farlo?”. “Noi pensiamo che un leader dimezzato non riuscirà a portare a compimento nessuna delle promesse fatte all’Italia e all’Europa. Con questa maggioranza ci sarà sempre una mediazione intollerabile tra il liberalismo (a parole) del premier, che mentendo sostiene di aver tagliato le tasse, e l’altra metà del Pd che vuole la patrimoniale, aggredendo i beni del ceto medio. Questo equivoco deve finire”. RENATO BRUNETTA

lunedì 27 ottobre 2014

RESUSCITIAMO LA DEMOCRAZIA


Forza Italia, ancora ieri nelle forti parole di Silvio Berlusconi, si colloca all'opposizione. Non intendiamo più prestare, offrire il nostro soccorso nelle difficoltà, dovunque esse si manifestino. Denunziamo questo cataplasma che è il Partito Unico, mostruosamente capace solo di farci rotolare verso il peggio. Infatti il perdurare al governo di Renzi, con questa maggioranza, significherà ogni volta una mediazione intollerabile tra il liberalissimo (a parole) Renzi, che mentendo sostiene di aver tagliato le tasse, e l'altra metà di questo animale che vuole la patrimoniale, aggredendo i beni del ceto medio. Basta così. Questo equivoco deve finire.

venerdì 24 ottobre 2014

Berlusconi in campo più che mai Berlusconi alla riscossa per rilanciare Forza Italia e per dare una sferzata al pessimismo che la politica economica di Renzi sta diffondendo nel Paese. “Si dà con una mano e si prende con l’altra”, ha sottolineato Berlusconi in merito alle misure del governo impegnato sulla legge di stabilità ed ha aggiunto com’è oggi “la politica del governo non mi convince affatto”.
Berlusconi di lotta (adesso) e di governo (presto) – Apertura alla modifica della legge elettorale, ma allora, dice il Presidente di Forza Italia serve “un’intesa complessiva” anche su altri temi di grande respiro. La nostra riscossa a tutto campo, con responsabilità e chiarezza. Sui diritti civili scelte liberali in continuità con la tradizione.
Legge di stabilità Appello al Presidente della Repubblica. Come può firmare una legge che “devia” dai trattati di cui è garante? In questa vicenda Europa e Italia, Renzi, Barroso e anche il Capo dello Stato sono tutti perdenti. La speranza è che si apra una nuova fase di vasta collaborazione, Berlusconi dixit.
Tasse tasse tasse – Il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, non dice che il provvedimento ha ‘gittata’ quadriennale, e che se le tasse diminuiranno di 18 miliardi nominalmente nel 2015, aumenteranno certamente, di fatto, di 12,4 miliardi nel 2016; 17,8 miliardi nel 2017 e 21,4 miliardi nel 2018. Un valore cumulato, in 3 anni, di 51,6 miliardi: più di 3 punti di Pil. Significa che aumenterà l'Iva fino al 25,5% e che aumenteranno benzina e accise.

mercoledì 22 ottobre 2014

RENZI IL TAR-TASSATORE, IVA DAL 10 AL 12% E DAL 22 AL 24%. TAGLI ALLA POLITICA ZERO.

Il Ddl di Stabilità varato dal Governo la scorsa settimana contiene una clausola di salvaguardia pronta a scattare dal 2016 senza nuovi interventi di spending review. In pratica, per offrire adeguate garanzie a Bruxelles, il testo dell’ex Finanziaria ha messo nero su bianco un aumento dell’aliquota Iva agevolata del 10% di 2 punti percentuali nel 2016 e poi di un altro punto (13%) nel 2017. Mentre l’attuale aliquota ordinaria del 22% salirebbe al 24% nel 2016, al 25% nel 2017 e addirittura al 25,5% nel 2018.

martedì 21 ottobre 2014

BERLUSCONI: LA SITUAZIONE ATTUALE, SCIOGLIERE FORZA ITALIA E ACCORDO CON RENZI?

Presidente Berlusconi, alcuni giornali oggi scrivono di una sua volontà di ridimensionare o addirittura sciogliere Forza Italia come conseguenza di un suo accordo con il Premier Renzi. È così?
Una assurdità. Davvero una stupidaggine. Forza Italia è il partito della libertà e rappresenta molti milioni di italiani che amano la libertà e vogliono restare liberi e che non hanno votato. Io sono al lavoro tutto il giorno e tutti i giorni perché voglio che Forza Italia, rinnovata e rafforzata, torni a vincere per garantire agli italiani libertà e benessere. Il nostro obiettivo è quello di piantare una bandiera di Forza Italia in ogni comune, anche nel più piccolo, per consentire a tutti di aderire facilmente al nostro movimento e partecipare a tutte le attività sociali che svolgiamo sul territorio.
Oggi Forza Italia è all'opposizione del governo Renzi, di cui non condividiamo né le politiche economiche, né le scelte di politica estera.
Ed io, sebbene sia stato privato dei miei diritti politici e, in parte anche della mia libertà nel modo estraneo alla democrazia che tutti conoscono, lavoro per convincere gli elettori moderati, quei 24 milioni di elettori che non hanno votato alle recenti elezioni europee perché amareggiati, delusi, disgustati dalla politica e dai politici, ad uscire dalla delusione, dalla rassegnazione e a tornare la prossima volta a votare per confermare di essere la maggioranza nel Paese e vincere di nuovo le elezioni con noi, con Forza Italia.
Come giudica la politica economica del Governo ed in particolare la legge di stabilità?
E’ un “revival” delle nostre ricette, condito da un po' di populismo e presentato con grande abilità. Vedete, il Premier sostiene di aver abbassato le tasse e di essere il primo ad averlo fatto. Ricordo che gli unici Governi che hanno davvero abbassato le tasse sono stati i nostri. Abbiamo cancellato l’imposta di successione, quella sulle donazioni, la tassa sulla casa, abbiamo introdotto la “no tax area” per le famiglie meno agiate, abbiamo ridotto gli scaglioni dell’imposta sulle persone fisiche, l’Irpef e altre imposte ancora. Il Premier attuale con una mano ha dato gli 80 euro a qualcuno, con l'altra ha aumentato le tasse sulle case, sui negozi, sui capannoni e anche sui risparmi a tutti.  Il saldo è dolorosamente negativo per tutte le famiglie. Oggi la legge di stabilità sta andando nella stessa direzione: per fare bella figura si taglia un po' di Irap, l’Imposta rapina di Prodi sulle imprese,  ma il

lunedì 20 ottobre 2014

RICEVO DA BERLUSCONI: SONO CON TE, IL NUCLEO STORICO NON SI ARRENDE INSIEME AI GIOVANI, FORZA SILVIO!


Caro Vincenzo,
i Congressi comunali potranno prendere il via dal 15 dicembre per ricostruire e rinnovare Forza Italia.
Come stabilito nell'ultimo Ufficio di presidenza, diamo il via ufficiale alla stagione congressuale 2014/2015, che riguarda tutti i Comuni e le Province italiane. I coordinatori provinciali dovranno, entro la fine di questo mese, individuare in ogni Comune della loro Provincia (anche tra i 5.300 Comuni inferiori a 5.000 abitanti) un ''Portabandiera'' di Forza Italia che sia responsabile delle operazioni di tesseramento, e che sia disponibile a svolgere una precisa attività al riguardo. È una tappa fondamentale della riorganizzazione di Forza Italia sul territorio e del coinvolgimento attivo dei nostri sostenitori, che attraverso i congressi comunali potranno scegliere in modo democratico chi dovrà rappresentare e guidare Forza Italia in ogni Comune. Questi Congressi dovranno essere il luogo di un confronto libero e approfondito, al termine del quale tutti dovremo impegnarci a lavorare lealmente e serenamente con i dirigenti scelti dalla nostra base. Le adesioni si chiuderanno il 30 novembre prossimo e i Congressi comunali potranno prendere il via dal 15 dicembre successivo. Tutti i Congressi comunali e provinciali dovranno tenersi entro il mese di marzo 2015. Eventuali proroghe potranno essere valutate solo nelle realtà interessate a elezioni regionali o amministrative e in ogni caso dovranno essere discusse caso per caso.  Un grande lavoro ci attende, per ricostruire e rinnovare Forza Italia. Io conto sull'impegno di tutti, affinché i Congressi non siano un semplice adempimento burocratico, ma divengano invece l'inizio di una nuova stagione di una Forza Italia, che operi con slancio nei servizi sociali a sostegno di chi ha bisogno e delle vittime della giustizia in tutti i Comuni. Una Forza Italia che sappia individuare in ogni sezione elettorale i propri elettori e tra questi selezionare quei difensori del voto che sappiano difendere i nostri voti durante gli scrutini e quelle missionarie e quei missionari azzurri che sappiano conquistare nuovi sostenitori specie in quel 48% di elettori che non si sono presentati alle urne in occasione delle recenti elezioni per il Parlamento europeo.  Una nuova, forte, operosa, determinata Forza Italia, in campo, come prima e più di prima, per difendere i nostri diritti e la nostra libertà. Vi abbraccio tutti con grande trasporto e mi raccomando: fate come me, non arrendetevi mai!. SILVIO BERLUSCONI

RICORDO A TUTTI GLI AMICI CHE BISOGNA FIRMARE PER LA LISTA PER LE ELEZIONI REGIONALE DI FORZA ITALIA ENTRO IL 23 OTTOBRE!!: PRENDI CONTATTO CON I RESPONSABILI DEL TUO COMUNE. IO SONO IN OSPEDALE, NIENTE DI GRAVE, TORNO PRESTO

lunedì 6 ottobre 2014

Berlusconi Siamo una volta di più orgogliosi di essere controcorrente insieme con il nostro leader. Nella società frammentata, dove la gente è abbandonata ed è sola a rispondere ai suoi bisogni, non abbiamo nessuna voglia di aiutare la liquefazione sociale con primarie volatili, capaci solo di trasformare la politica in una finzione di democrazia.
Congressi e fusione tra partito e circoli – La nostra scelta, che Silvio Berlusconi sta elaborando e promuovendo ormai da un anno, punta alla fusione di presenza politica e sociale, congiungendo il movimento-partito ai Club- circoli di Forza Silvio. Si tratta di incrementare una presenza sociale e politica capace di costruire solidarietà, vicinanza ideale e materiale, imbastendo dal basso programmi concreti, sulla cui base proporre un piano di cose da fare per il governo cittadino, regionale, nazionale. I congressi sono questa democrazia che nasce nel territorio, con legami ideali e nessi rappresentativi, certi e solidi con il leader.
Primarie disastrose Già la moda passa, ma restano i danni gravissimi di questo americanismo sciatto. Le primarie sono state un successo effimero, servito a proiettare Renzi in alto come una mongolfiera, ma alla base restano i cocci di un partito che non c’è più, ed è diviso in ditte.
Nazareno Per noi è la Bibbia. Berlusconi ci ha speso la parola d’onore. Abbiamo accettato 9 (nove) tra cambiamenti, aggiustamenti, accelerazioni, frenate. Siamo sempre leali. Ma se lo è una parte sola, è un guaio.
Economia ed esteri – All’opposizione. Pura e dura. Alla maniera nostra: offrendo soluzioni e non problemi. Privilegiando bene comune e interesse nazionale alla bottega della propaganda.
Parlamento piegato al comodo di Matteo Renzi, per avviarsi al vertice europeo di Milano con un pacco di roba pronta, costringe il Senato a votare la fiducia su una legge delega carica di aria fritta e ambiguità, costringendo il Parlamento a obbedire alle sue esigenze di premier bisognoso di far bella figura, invece che ai bisogni veri.

ANNIVERSARIO E ATTUALITA' DELLA BATTAGLIA DI LEPANTO


 Anniversario della Battaglia di Lepanto: Auxilium christianorum 7 ottobre 1571
Rodolfo Ridolfi*
Lo Stato Islamico continua nella brutalità delle decapitazioni di innocenti cittadini occidentali. Le televisioni ci mostrano, ormai quotidianamente, quanto sono barbari e ributtanti questi assassini allevati e nutriti anche nelle nostre città' all’ombra di un miope buonismo nel quale si confonde la carità, con una solidarietà che ne è oggi la caricatura e spesso alibi per chi è disposto a sacrificare la propria civiltà per un egoistico bisogno di apparir buono a sé stesso. Ci chiediamo in questi giorni, dove sono finite le bandiere della pace agitate strumentalmente a fini politici interni dai catto comunisti che non leggono la storia e che sono poi costretti a imbarazzanti giravolte come quelle cui assistiamo in questi tempi di ripresa e recrudescenza del terrore islamico organizzato in uno Stato in guerra con la cristianità e l’Occidente. Chi come noi non dimentica mai di ricordare, soprattutto a partire dal 2001, l’anniversario della Battaglia di Lepanto, ha in questo 2014 molti motivi in più per farlo, che sono l’accresciuta preoccupazione per il pericolo prepotente ed aggressivo della violenza terroristica del fondamentalismo islamico dei tagliagole e la persecuzione dei cristiani .
Infatti Lepanto fu una grande vittorie dell’Occidente, una vittoria della Cristianità. Una vittoria contro un mondo di volta in volta arabo, musulmano, islamico ferocemente aggressivo. A Lepanto e poi a Vienna, l'Europa difendeva il suo modello di civiltà, ma difendeva anche, le sue chiese e le sue istituzioni. Di fronte all'aggressione del fondamentalismo islamico, prima di Al Queida e Bin Laden ed oggi dell’Isis, la nuova flotta islamica, gran parte dell'Occidente deve ritrovare l'orgoglio di appartenere ad un mondo libero

lunedì 29 settembre 2014


AUGURI PRESIDENTE BERLUSCONI: “VISIBILITA’ OTTIMA”


Auguri presidente Berlusconi per il compleanno bene: su impresa e lavoro Renzi viene sulle posizioni di Forza Italia, non viceversa.  Andrea Sallusti - Se saprà stare unito, prevedo visibilità ottima, per il centrodestra -  Era il 1994 quando il Corriere della Sera salottiero e la Cgil barricadiera lanciarono tenendosi a braccetto l'assalto al neopremier e astro nascente della politica Silvio Berlusconi, da pochi mesi insediato a Palazzo Chigi. Il famoso avviso di garanzia recapitato via stampa al G8 di Napoli e lo sciopero generale contro le riforme di lavoro e pensioni furono un uno-due micidiale che costrinse il centrodestra a mollare il governo in mano a un tecnico, Dini, e alla sinistra più retriva. Sono passati vent'anni e la storia si ripete. In settimana è partito l'affondo del Corriere contro il neopremier, ieri la Camusso ha chiuso il cerchio minacciando, sulla riforma del lavoro targata Renzi, lo sciopero generale. Anche il tintinnio di manette c'è, più ovattato rispetto al '94, ma c'è. E pure i vescovi non stanno alla finestra. Del resto quando mai lo sono stati? Basti ricordare che il governo Monti nacque in un convento e il suo partito in una sacrestia. Tutto lecito, per carità. Sacra è la libertà di opinione e di informazione, legittima è la protesta sindacale, liberi i giudici di indagare e i preti di pregare che le cose vadano secondo i piani del loro personalissimo Dio. Ma vogliamo mettere almeno sullo stesso piano la libertà dei governi di governare e delle maggioranze di legiferare? Già i politici ci costano un occhio della testa, se poi li costringiamo a non far niente perché a decidere devono essere altri, be' almeno non lamentiamoci poi dell'inutilità della casta. Sulla riforma del lavoro si sono formate maggioranze strane. Berlusconi la appoggia, coerente con se stesso e i principi liberali del suo partito. Alleati con la Cgil ci sono mezzo Pd parlamentare (quello della Bindi e di Bersani), Vendola e l'immancabile Grillo, quello che doveva cambiare tutto e che è invece diventato il più feroce dei conservatori. Dentro Forza Italia c'è qualche maldipancia a dare un aiuto a Renzi anche su questo tema. Raffaele Fitto, per esempio, invoca una «opposizione visibile». Dico io, quale occasione migliore per essere visibili che votare questa legge e vendicarsi del '94, dimostrando a Corriere, Cgil, magistrati e vescovi quanto miopi furono. È la sinistra che con Renzi, sui temi impresa e lavoro, viene sulle posizioni di Forza Italia, non viceversa. Se saprà stare unito, prevedo visibilità ottima, per il centrodestra.

sabato 27 settembre 2014

“OBIETTIVO 12 OTTOBRE”: FORZA ITALIA DENUNCIA IL PASTICCIO DELLA LEGGE SULLE PROVINCE


Forza Italia in vista delle elezioni che coinvolgeranno dal 28 settembre al 12 ottobre 64 province e 8 città metropolitane, ha denunciato il “pasticcio” della legge Delrio, che non serve di fatto nemmeno a far risparmiare lo Stato, mette in guardia dal rischio che, senza fondi, correranno le scuole e i trasporti locali, quindi, a supporto dei propri amministratori, lanciando il portale “Obiettivo 12 ottobre” per districarsi dal “ginepraio” di difficoltà di questa “difficilissima stagione”.   Il 28 settembre e il 12 ottobre si terrà “una specie di elezione che non c’é. Perché senza abolire le Province é stato abolito il voto dei cittadini”, un’elezione di secondo grado cui potranno partecipare solo gli amministratori, dicono gli azzurri che parlano di “pasticcio motivato dal fatto che si possano risparmiare 3,5 miliardi” mentre i dati indicano che la spesa potrebbe essere ridotta “solo di 32 milioni” pari al costo delle indennità eliminate. Sull’intera vicenda Province poi, ha affermato Paolo Russo, pesano i ricorsi di Lombardia, Veneto, Campania e Puglia alla Corte costituzionale che si pronuncerà il prossimo 24 febbraio con la possibilità di una dichiarazione di incostituzionalità della norma. Di “particolare schizofrenia in materia elettorale del governo” ha parlato Ignazio Abrignani. Salta il concetto di “election day, ci saranno elezioni a ritmo continuo”, facendo l’esempio della Calabria: a Reggio Calabria si voterà per il comune il 26 ottobre e, secondo le previsioni nessuno vincerà al primo turno. Dunque si tornerà a votare il 9 novembre e poi ancora il 23 per la Regione. Il che “oltre  significare un costo incomprensibile per lo Stato porterà disaffezione”. Le Province, ha sottolineato Castelli, sono “private di risorse significative ma mantengono le loro funzioni”.  Con la riforma c’é “il rischio che metà delle province residue vadano in dissesto e si passerà dalle ’scuole sicure’ alle ’scuole fredde’ perché mancheranno le risorse per i riscaldamenti. E i problemi " enormi sulle scuole superiori" si uniscono a quelli che riguarderanno le strade provinciali. "Probabilmente l’obiettivo è già raggiunto: i cittadini potranno scoprire nei prossimi 3 weekend che le Province esistono ancora, dopo che si é fatto passare il messaggio che erano state abolite. E’ stato fatto un grande pasticcio. Forza Italia chiede che in un contesto così difficile almeno ci sia la legittimazione popolare del Presidente di Provincia che ha un ruolo di riferimento. Forza Italia rivendica il rapporto diretto con il cittadino come elemento cardine della democrazia e vuole esserci fortemente negli Enti locali.  Non sfugge che questa é un’operazione politica per un ricambio degli amministratori. FI e il centrodestra, con una maggioranza di presidenti di provincia, rischia di andare in minoranza. C’é un meccanismo di voto per premiare di più una parte che l’altra: chi pensa che non diremo la nostra e non saremo parte attiva nel dettare la linea si sbaglia di grosso”.

venerdì 26 settembre 2014

I NOSTRI SI E I NOSTRI NO A RENZI

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Bene il Jobs Act purché non resti neanche un moncherino del totem n. 18. E subito si faccia la riforma fiscale altrimenti non serve. Inaccettabile la norma sul depistaggio: una pistola in mano ai cattivi pm. E qualcuno spieghi a Matteo che non si fa così a essere garantisti.

Depistaggio – Non solo Forza Italia ma anche un partito di governo come quello di Alfano, l’Ncd, non condivide la proposta di legge per l’introduzione nel codice penale del reato di depistaggio e inquinamento processuale. Ieri si è spaccata la maggioranza su un provvedimento liberticida, un abominio per il nostro stato di diritto. Ha vinto ancora il partito delle procure. Questo è inaccettabile. Lo abbiamo detto e lo ribadiamo con voce forte.
Uniti si vince – Il centrodestra unito può dire la sua già adesso. Le nostre posizioni su Jobs Act e art. 18 trovano rispondenza in quanto sta portando avanti Maurizio Sacconi. Se passerà così com’è sarà una vittoria per l’Italia. Su questi contenuti non c’è alcuna distanza con Lega e Fratelli d’Italia. Noi difendiamo gli ideali di libertà e di intrapresa senza lacci e laccioli. Allo stesso modo con Ncd ci siamo opposti all’assurdo reato di depistaggio. Uniti si vince.
De Magistris – “Non siamo garantisti a giorni alterni. De Magistris per me sarà colpevole dei reati a lui ascritti solo quando i tre gradi di giudizio avranno decretato l’eventuale condanna. Altra cosa è la condanna politica già definitiva che gli hanno dato i cittadini. Io penso però che il già debole sindaco, con questa vicenda, sia arrivato al capolinea. De Magistris nelle prossime ore si troverà di fronte ad una scelta di responsabilità, a mio avviso senza alternative”. Lo ha detto Paolo Russo in un intervista a “Il Mattino”, sulla condanna ad un anno e tre mesi di reclusione inferta al sindaco di Napoli, a conclusione del processo Why Not. “Il sindaco dovrebbe prendere atto e coscienza della sua incapacità amministrativa che si tiene in equilibro su mezzo voto. Non c’è bisogno di aspettare il giudizio del tribunale per sapere che come primo cittadino de Magistris ha fallito”.