“Chi sostiene che si tratta di
tre attacchi separati continua a non capire le strategie dello Stato Islamico.
Questo è un triplice attentato, voluto, organizzato e pianificato. Dietro c’è
grande programmazione e una forte componente simbolica. Ci stanno dicendo che
stanno arrivando, o forse che sono già qui”. Marco Lombardi, responsabile di
Itstime (Italian Team for Security, Terroristic Issues & Managing
Emergencies) dell’Università Cattolica di Milano, è colpito dalla strategia
messa in atto dagli uomini di Abu Bakr al-Baghdadi per infliggere un nuovo duro
colpo ai nemici dell’autoproclamato califfato nel mese sacro per i musulmani:
“Hanno scelto il Ramadan come punto di svolta – dice – per compiere un
ulteriore passo in avanti nella loro manovra di accerchiamento del
Mediterraneo. Sono stati scelti tre obiettivi apparentemente diversi, ma in
realtà identici: tutti rappresentano i punti più sensibili dei tre Paesi
colpiti dalla violenza jihadista”. –
martedì 30 giugno 2015
lunedì 29 giugno 2015
BERLUSCONI E' A DISPOSIZIONE DEL BENE COMUNE DOPO LA VISITA NELL'ALTAJ AL PRESIDENTE PUTIN. UN DELITTO NON COINVOLGERLO. NON PAROLE MA ATTI COMUNI
Berlusconi è di ritorno
da una visita nell'Altaj, dal presidente della Federazione Russa: sarebbe un
delitto disperdere questo patrimonio che è anzitutto italiano. Il
coinvolgimento dell’ex premier è esplicitamente richiesto dal dispositivo
votato alla Camera. Eccolo. “La Camera impegna il governo:
ad istituire un tavolo di
coesione nazionale per l'emergenza immigrazione e per le crisi internazionali
in atto, che coinvolga i rappresentanti dei governi che hanno maturato
un'esperienza nel passato, e le forze politiche di buona volontà”.
Forza Renzi, attiva questo
strumento della coesione nazionale e noi in un istante siamo lì, con le nostre
idee e la nostra buona volontà. La nostra è una sfida. Non foto, no parole,
ma atti comuni.
venerdì 26 giugno 2015
MAFIA CAPITALE
Marino se ne vada,
perché l'onestà politica non sa cosa sia. Noi garantisti davanti alla questione
morale di Renzi e delle Coop. Conflitto di interessi, finanziamento ai partiti,
preferenza. Ecco i temi da affrontare. Dando ai romani la speranza nella
democrazia.
ARCHIVIATO IL RISULTATO DI FAENZA LA ROMAGNA GUARDA A RAVENNA E RIMINI DOVE SI VOTERA’ NEL 2016
Rodolfo Ridolfi* . L’augurio che
possiamo fare a chi è chiamato ad amministrare è che affronti le tante
criticità della città rimaste irrisolte in questi ultimi cinque anni, a partire
dalla difesa dell’Ospedale e della Pediatria e dell’occupazione già in una situazione
critica e sulla quale si addensano le ombre della Cisa. A tutte le altre forze
che hanno idee e proposte per la città di esprimerle in una proposta di governo
alternativo per poterle presentare fra cinque anni agli elettori. L’esito
elettorale di Faenza dimostra che anche in Romagna il governo delle città è
oggi contendibile come poteva esserlo quello della Regione se i moderati avessero ritrovato unità, idee comuni e
persone preparate e capaci di riportare la gente ad interessarsi del bene
comune delle città e dei territori. A Faenza il sindaco del centrosinistra ha
ottenuto oltre il 51,8% delle preferenze e a vinto per meno di 900 voti, mentre
lo sfidante, il consigliere comunale leghista Gabriele Padovani sostenuto da
Rinnovare Faenza-F.I. che sarà in consiglio e da altre liste, che non avranno
rappresentanza in consiglio comunale, si è fermato al 48,1%. Al primo turno
Malpezzi, sostenuto anche dall' Idv e da due liste civiche, Insieme per
cambiare e La tua Faenza aveva ottenuto il 45,01% dei voti, mentre Padovani,
appoggiato dalla Lega Nord e da una lista civica, aveva incassato il 20,34% dei
consensi, un pelo sotto il risultato delle elezioni regionali di novembre, ma
+7% rispetto al 2010 (nonostante un calo di voti alla lista del carroccio). Nel
ballottaggio complessivamente hanno votato solo in 24.734 su 45.242 aventi
diritto al voto. In questo quadro, poco rappresentativo, dove solo un faentino
su due ha votato, bisogna riconoscere, che rispetto ai disastri del PD a
Venezia, Arezzo e un po’ in tutti i Comuni d’Italia, compresa la Sicilia, dove
il PD ha perso tutti i ballottaggi con i 5 stelle, per Giovanni Malpezzi
mantenere la carica di Sindaco è stato certamente un risultato in
controtendenza.
Per la Lega e per tutte le liste che hanno sostenuto Gabriele Padovani
al ballottaggio è stata una occasione persa. Evidentemente qualcosa non ha
convinto fino in fondo i faentini se si pensa agli 831 voti pari a più del 3%
(240 schede bianche e 591 nulle), insieme ad ulteriore calo dei votanti di quattro
punti rispetto al 58,95% del primo turno che hanno determinato l’insuccesso di
Padovani e del centro destra che si ritroverà in consiglio comunale con soli 5
consiglieri.(3 Lega, 1 Padovani Sindaco e 1 Rinnovare Faenza-F.I). Al di là
della vittoria di Malpezzi che potrà contare su una maggioranza ampia di 15
consiglieri (12 del Pd), è chiaro come i veri vincitori di queste elezioni
siano la rassegnazione dei faentini e la sfiducia in un progetto di cambiamento
di governo della città rappresentato da oltre il 50% dell’elettorato che non ha
votato né l’uno né l’altro schieramento.
Al di là della vittoria di Malpezzi che potrà contare su una
maggioranza ampia di 15 consiglieri (12 del Pd), è chiaro come i veri vincitori
delle elezioni faentine siano la rassegnazione dei faentini e la sfiducia in un
progetto di cambiamento di governo della città rappresentato da oltre il 50%
dell’elettorato che non ha votato né l’uno né l’altro schieramento
Nel 2016 a Rimini e a Ravenna può accadere ciò che è in Toscana ed in
Umbria è accaduto se il modello del cambiamento sarà quello di Arezzo o di
Venezia. Unità di tutti i moderati con candidati non necessariamente
espressione diretta di un partito che non siano arruffapopoli e solo coaguli
del lamento ma personalità forti, con cultura e capacità di governo maturate
nell’ ambito del lavoro, dell’impegno associativo ed anche nei ruoli dove si
arriva non per nomina o cooptazione ma attraverso il consenso degli elettori.
Si vince uniti: contro la sinistra conquistando l’elettorato di centro. Questo
è il dato che è emerso forte e chiaro dalle elezioni regionali e comunali. Il
centrodestra unito, tenendo conto di liste civiche o meno, di liste personali
oppure no, può vincere anche a Ravenna e a Rimini nel 2016.
*Coordinatore di Azzurri ‘94
mercoledì 24 giugno 2015
BASTA TASSE SULLA CASA
I
governi Monti-Letta-Renzi hanno sgretolato i patrimoni delle famiglie italiane.
Adesso si parla di revisione delle rendite catastali, con il rischio concreto
di altri aumenti. Forza Italia dalla parte delle famiglie: basta tasse sulla
casa
Una cosa è ormai chiara a tutti:
i , non governi Monti-Letta-Renzi legittimamente eletti dagli italiani,
hanno il “merito” di essere riusciti, in meno di 4 anni, a sgretolare i
patrimoni delle famiglie e a mettere in ginocchio tutto il settore edile, e
non solo. In Italia il passaggio dall’ all’ prima – con il contestuale e
spropositato Ici Imu aumento dei moltiplicatori catastali – e
l’introduzione della poi, Tasi hanno provocato il crollo del mercato
immobiliare. Il paragone è presto fatto. Nel 2011(governo
Berlusconi, quindi prima casa esente) il gettito derivante dalla tassazione
sugli immobili in Italia ammontava a 9,2 miliardi di euro, diventati 23,8
miliardi con l’Imu di Monti nel 2012e in continuo aumento fino a circa
30 miliardi con l’Imu e la Tasi di Letta e di Renzi nel 2013 e nel 2014.
martedì 23 giugno 2015
QUEL CHE VERRÀ. LA NOSTRA RICETTA
Costruire quel fronte
sociale per lo sviluppo, che è condizione indispensabile per ogni possibile
azione di successo. Progressiva riduzione delle tasse. Incentivazione del
welfare dal basso, territoriale e aziendale. La share economy, economia della
partecipazione degli utili d’impresa. Accrescimento degli spazi democratici nei
luoghi della produzione di ricchezza, partecipazione agli utili. Un’altra
Italia, un sogno: non più assistenzialismo statalista, ma slancio per la
prosperità
venerdì 19 giugno 2015
QUESTIONE MORALE E IMMIGRAZIONE/INTERROGATIVI SCOMODI
E se i profughi dalla guerra invece
di fuggire e chiedere ospitalità resistessero come i curdi? Ci sono ragazzi di
diciotto-vent’anni sulla scogliera di Ventimiglia. Perché invece di resistere
alla nostra polizia non danno forza alla resistenza? Gli insegnamenti della
storia . Due immagini contrapposte si rincorrono sui media di tutto il
mondo. Da un lato la vittoria curda a Tal Abyad contro l’Isis; dall’altro Ventimiglia. Nel
primo caso la bandiera gialla, con le insegne di un popolo in lotta, contro gli
orrori delle truppe del califfato nero.
Uomini e donne provati dal duro
scontro bellico, contro milizie sanguinarie. Le dita rivolte verso il cielo nel
segno della vittoria.
E l’adrenalina di chi sa di aver superato una prova tremenda.
Colpisce soprattutto il volto delle donne. La loro bellezza ostentata quasi con
irriverenza, contro il burqa che i fondamentalisti islamici avrebbe voluto far
loro indossare. In Italia, invece, giovani che si battono contro la polizia,
dopo le notti passate sugli scogli di quel lembo di terra ai confini tra la
Francia e l’Italia.
La solidarietà nei confronti di
questi ultimi è dirompente. Decine di cittadini, sia italiani che francesi, che
si affollano su quelle strade per portare viveri e generi di prima necessità.
Nelle loro facce la condanna, spesso silenziosa a volte esplicita, contro le
presunte “colpe” dei propri governanti e delle relative istituzioni.
giovedì 18 giugno 2015
LA FRANCIA NON STA’ RESPINGENDO GLI IMMIGRATI, LA VERITA’ E’ DI GRAN LUNGA PIU’ INQUIETANTE. -
La Francia chiude
le frontiere
e respinge gli immigrati? Falso. O meglio: è vero che ha chiuso le sue
frontiere, è falso invece che stà respingendo gli immigrati.
La realtà è ben diversa e
ben più grave: la gendarmeria
francese sta rastrellando le sue città e deportando i
clandestini, con furgoni, oltre il
confine italiano affermando che gli stessi debbano stare da noi
perché approdati in Italia.
Quindi non solo hanno chiuso le frontiere, ma violando gli accordi internazionali
stanno letteralmente deportando tutti i clandestini che trovano in Francia in
Italia!
mercoledì 17 giugno 2015
RENZI, RE NUDO E FOLLE
Morte per il governo a Venezia. In una incredibile intervista da
delirio di onnipotenza, di fatto il premier destituisce Marino e chiude
l’epoca delle primarie, offrendo al Paese l’esclusiva visione del suo
ombelico. Ma noi siamo responsabili e non vogliamo lacerare il Paese già
scosso dall’invasione dalla Libia e dalla caduta irrefrenabile dell’economia.
Proponiamo con vigore da subito il tavolo della coesione nazionale su
immigrazione e le crisi internazionali. E ci dichiariamo pronti
per un governo di emergenza nazionale
|
GOVERNO: SE CADE
RENZI NO ELEZIONI, SI TROVERA’ PERSONALITA’ PIU’ CAPACE
“Chi l’ha detto che se cade Renzi si va alle
elezioni? Perché, quando Renzi ha fatto cadere Letta si è andati alle elezioni?
Perché, quando Renzi ha detto ‘Enrico stai sereno’ Napolitano ha sciolto il
Parlamento? No. Quindi si troverà un altro Letta, si troverà un altro Renzi, si
troverà un’altra personalità più capace di guidare l’Italia in questo momento”.
“Alla gente che accende la televisione la sera o
all’ora di pranzo preme l’economia, l’occupazione. La gente ha paura per
l’invasione dei clandestini, disgraziati, disperati, accampati, quello che sta
succedendo a Ventimiglia, alla stazione di Milano, alla stazione di Roma”.
“La gente ha paura, la gente vuole risposte,
questo governo non le ha date. Renzi, uomo solo al comando, un governo
inesistente, un governo fantasma. Mi dica i nomi di tre ministri del governo
Renzi. Non se li ricorda nessuno”.
martedì 16 giugno 2015
Stop invasione – No
all’invasione, sì alla sicurezza: il piano B è di serie B. In sostanza non
risponde all’emergenza-invasione, trattasi di altre chiacchiere e proposte
vaghe, in attesa di un ok da chi già ha chiuso i confini senza preoccuparsi
delle conseguenze. Alla faccia della solidarietà europea! Renzi convochi il
tavolo della coesione nazionale, e la smetta di fare il Dittatore dei nostri
stivali. Solo così saremo forti in Europa e con l’Onu.
lunedì 15 giugno 2015
IL CENTRO SINISTRA AFFONDA IN LAGUNA: A VENEZIA VINCE IL CENTRO DESTRA.
Clamoroso ribaltone a
Venezia. L’imprenditore Luigi Brugnaro batte l'ex giudice Casson. Batosta Pd
anche a Nuoro, Rovigo, Arezzo,Matera, Chieti.
FAENZA AL BALLOTTAGGIO: MALPEZZI SINDACO PER UN
SOFFIO, IL GRAN RECUPERO DI PADOVANI SI FERMA AL 48%
Malpezzi
PD è Sindaco con 12.394 voti e il 51,86% - Padovani Lega Nord ottiene 11.507
voti e il 48,14%
Dalle urne del
ballottaggio a Faenza non escono sorprese: vince Giovanni Malpezzi, Sindaco
uscente del PD. Ma quanta fatica! La vittoria Malpezzi se l'è dovuta sudare
fino all'ultimo seggio praticamente. Partito benissimo nei primi seggi, con un
vantaggio iniziale che si aggirava sui 12-14 punti, piano piano Malpezzi si è
visto rosicchiare la sua dote dallo sfidante della Lega che è arrivato a meno
di un'incollatura da lui.
domenica 14 giugno 2015
NO ALLE SANZIONI ALLA RUSSIA
Lo dice anche la teoria dei
giochi. O chi le attua è disposto ad arrivare fino alla guerra totale, o sono
un azzardo che vuol giovare solo a una parte. In questo caso l’America,
danneggiando non solo la Federazione Russa ma anche l’Europa e soprattutto
l’Italia
a teoria
LA NOSTRA MOZIONE: DALLA PARTE DELLE
IMPRESE
Analisi economica: con le sanzioni ci rimettiamo
più di tre miliardi. Questo governo finora non ha fatto altro che manifestare
un accanimento contro imprenditori e aziende (autoriciclaggio, falso in
bilancio, Tasi sull’invenduto). Cambiamo verso a questo governo
Non bisogna essere necessariamente filo-squinziani
per riconoscere che sussiste “un accanimento” non solo “fiscale sulle imprese”.
L’osservazione fatta dal patron di Confindustria a Santa Margherita Ligure,
all’assemblea dei giovani imprenditori. Questa continua discriminazione è
certificata da dati oggettivi, oltre che dalla risposta sprezzante di Matteo
Renzi a quelle critiche. “Si crea lavoro aprendo le fabbriche nelle
città, non aprendo la bocca nei convegni”. Risposta sbagliata sul piano
fattuale. Il problema vero non è aprire nuove fabbriche, ma arrestarne la
continua moria. Banca d’Italia, in un paper recente, ha dimostrato che
negli ultimi anni l’apparato manifatturiero ha visto scomparire quasi un
sesto della sua capacità produttiva.[1] Fenomeno che si è, fortunatamente,
attenuato. Ma non è ancora scomparso. Com’è dimostrato dal susseguirsi della
crisi di molti gruppi industriali. Si dice che il mercato, durante la crisi,
faccia pulizia. Darwinianamente elimina le strutture produttive più deboli,
liberando quelle risorse, umane e finanziarie, che poi possono essere impiegate
altrove. Favorendo il necessario processo di riconversione industriale che è il
modo normale per il sistema capitalista di progredire. Nel segno della continua
innovazione.
Silvio Berlusconi, nella
sua qualità di premier, si presentava alle grandi assise delle imprese
italiane, per quei confronti non sempre facili. Ma necessari, per sentire
il polso del Paese e rassicurare, pur nelle difficoltà economiche del momento.
Storie d’altri tempi. Invece di andare a Milano, Matteo Renzi preferì allora
farsi intervistare, la sera, da Virus e replicare da quella sede, nel
suo solito modo apodittico, alle critiche ch’erano state rivolte all’Esecutivo.
Per poi continuare come se niente fosse. Ed ancora oggi, a distanza da più di
un anno dal suo insediamento, resta il grande interrogativo. Qual è la linea
di politica economica del Governo? Che cosa si sta facendo per potenziare
gli impulsi che provengono dall’estero, ma la cui leva si indebolisce ogni
giorno che passa? Il prezzo del petrolio
sta risalendo, sulla
spinta di processi che hanno, al tempo stesso, una matrice di carattere
economico ed una tutta politica. La corsa al rialzo del dollaro sembra
essersi arrestata. Altro che rapporto “one to one” come preconizzato da
alcuni centri studi, sempre pronti a legare l’asino dove vuole il padrone. Gli
investimenti non riprendono. Cosa comprensibile. Se i consumi non crescono,
“investire e non sapere dove mettere le produzioni ovviamente non ha senso”.
E’ ancora Squinzi che parla. Gli si può dare torto?
giovedì 11 giugno 2015
MAFIA CAPITALE, SALVATORE BUZZI AI PM: SPEGNETE IL REGISTRATORE, ALTRIMENTI CADE IL GOVERNO DI SINISTRA
Su Mineo casca il Governo…io potrei, cioè, se possiamo spegnere il registratore glielo dico, se può spegnere un secondo”. Salvatore Buzzi, ras delle coop romane, ha deciso di collaborare con i magistrati che indagano su Mafia Capitale.
Marino nei guai – Buzzi nel suo interrogatorio parla anche dei 2.500 posti Sprar (sistema di protezione per richiedenti asilo finanziato da ministero dell’Interno ed Europa) del Comune di Roma. “È stata fatta una procedura senza gara e senza bando. 76 milioni di euro di affidamento. Giunta Marino eh?
martedì 9 giugno 2015
BERLUSCONI: AL GOVERNO CAMBIAMENTI IN VISTA
Chiara Sarra - "Credo ci siano grandi cambiamenti in vista". Ne è convinto Silvio Berlusconi, a chi gli chiedeva se il governo Renzi avrà vita facile dopo l’esito delle Regionali: "Il Pd ha avuto un calo impressionante", ha aggiunto. Secondo Berlusconi però il dato più preoccupante delle elezioni di domenica scorsa è stato quello dell’astensionismo: "Queste Amministrative sono andate non male, ma malissimo per la non partecipazione degli italiani: la metà di loro è rassegnata e pensa che il proprio voto non possa incidere. Quelli che sono disgustati da questa politica se sono di sinistra votano Grillo, se sono di destra Lega. Ma soprattutto quest’Italia di rassegnati dovrà rendersi consapevole che può giocare un ruolo importante". In particolare sulla Lega Nord il Cavalieri ha aggiunto: "Salvini ha una grande capacità di comunicazione, ha fatto benissimo, però non c’è stata una disfatta di Forza Italia. Guardando i voti e soprattutto in base agli ultimi sondaggi la Lega è avanti di meno di un punto rispetto a FI. Quindi sono due forze che si equivalgono e credo sarà possibile fare un ragionamento insieme sui programmi. Con la Lega noi collaboriamo da vent’anni e non vedo alcun problema a continuare una collaborazione stretta: a me i voti che la Lega raccoglie hanno sempre dato piacere". E sul futuro del centrodestra precisa: "La leadership non ha nessuna importanza. Io intanto sono incandidabile e quindi sono escluso
giovedì 4 giugno 2015
RENZI SI E’ RIPRESO GLI 80 EURO, E TOTI VENDICA I PENSIONATI
Si potrebbe dire una vita- o forse una carriera politica- in 80 euro.
Con la mano destra Matteo Renzi li ha dispensati a maggio 2014, ed è diventato
subito una stella del firmamento politico grazie a quel 40% che il suo Pd ha
preso alle elezioni europee, stabilendo il record storico del partito della
sinistra italiana. Con la mano sinistra un anno dopo lo stesso Renzi quegli 80
euro se li è ripresi dalle tasche di milioni di pensionati, cui infatti ha
restituito solo 20 euro su 100 di quelli che secondo la Corte
Costituzionale l’esecutivo aveva portato via illegalmente all’epoca di Elsa
Fornero e Mario Monti. Quegli 80 euro beffati ai pensionati hanno
improvvisamente oscurato la stella politica di Renzi e probabilmente causato la
batosta presa dal Pd alle regionali 2015…La vendetta dei pensionati è stata
infatti terribile: hanno lanciato addosso al premier l’eroico Toti e la sua
stampella. Non era Enrico, ma Giovanni Toti, il condottiero azzurro partito per
sbaglio da Novi Ligure per annettersi poi tutta la Liguria. Ma è una stampella
che fa male davvero al povero Renzi. Il suo Pd che sembrava non porsi più
traguardi come se alla guida ci fosse il Diego Armando Maradona dei bei
tempi, ha dovuto battere in ritirata. Con il suo simbolo nudo e crudo Renzi è
riuscito solo a sfiorare (ha fatto peggio) le percentuali della disfatta di
Pierluigi Bersani del 2013. Se si tiene conto anche delle varie liste civiche
che hanno affiancato il Pd in questa tornata, allora si è semplicemente tornati
indietro di 7 anni: i risultati si avvicinano (ma restano assai sotto) a quelli
ottenuti da Walter Veltroni nel lontano 2008, quando si prese vere e proprie
bastonate elettorali da Silvio Berlusconi. La luna di miele è finita,
dunque, ed è durata veramente poco: solo lo spazio oer dare e poi riprendersi
indietro quegli 80 euro. Come accade con le promozioni farlocche, dove c’è
sempre un trucco nello spot…
lunedì 1 giugno 2015
ELEZIONI FAENZA COMMENTO DI GIANGUIDO BAZZONI
Il risultato elettorale di
Faenza, con Forza Italia (+popolari+nuovo PSI+fratelli d'Italia) che non
raggiunge il 4%, mi fa pensare a tutto quello che è stato fatto in
Emilia-Romagna, nell'ultimo anno) per distruggere il movimento. E' stata
cacciata un'intera classe dirigente che aveva retto per 20 anni, sono stati
squalificati attivisti appassionati che si battevano a mani nude nella regione
più rossa d'Italia, sono stati allontanati iscritti, eletti e dirigenti al
grido di: "facciamo piazza pulita, largo ai giovani ed ai nuovi"
(quali?), è stata svenduta la candidatura a presidente della Regione alla Lega
(ovviamente la Lega non ha ricambiato in Toscana) e si è distrutta FI da Rimini
a Piacenza, si è svilito l'apporto di tutti noi e nessuno ci ha chiesto:
"perché ora te ne stai in disparte?". Cosa vi aspettavate?!
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