venerdì 21 novembre 2014

Domenica 23 novembre alle elezioni regionali VOTA FORZA ITALIA

Venerdì 21 NOVEMBRE 2014 ore 16,00
NH Jolly Ravenna Piazza Mameli, 1. Ravenna
On.Prof. RENATO BRUNETTA
Presidente dei Deputati di Forza Italia
Chiuderà la Campagna Elettorale
Con i candidati al Consiglio Regionale Emilia-Romagna di Forza Italia:
ALBERTO ANCARANI Capogruppo FI al Comune di Ravenna
RAFFAELLA RIDOLFI Capogruppo FI al Comune di Faenza
LORENZO FERRI Responsabile Forza Italia Giovani
DEBORAH PIRAZZINI Responsabile Forza Italia Cervia

Presiede: BRUNO FANTINELLI Responsabile Provinciale FI Ravenna 

lunedì 17 novembre 2014

BERLUSCONI LANCIA LA RISCOSSA DEL CENTRODESTRA. UNITI SI VINCE. E SULLA LEGGE ELETTORALE MESSAGGIO CHIARO A RENZI: CARO MATTEO I PATTI SI RISPETTANO, ACCANTONARE LE MODIFICHE ALL’ITALICUM NON CONDIVISE


NON CI FAREMO ROTTAMARE DA RENZI E DALLE SUE SCATOLE VUOTE. IL PREMIER NON PARLA DEI PROBLEMI REALI DEL PAESE E SCAPPA DAL DISAGIO E DAL FANGO. ITALIA MAGLIA NERA IN EUROPA

L’IMBROGLIO DELLA LETTERA DI JUNCKER A RENZI PER COMPENSARE LA VERA LETTERA IN ARRIVO DA KATAINEN. “IL GIORNALE” CI SPIEGA COME BRUXELLES STRONCHERA’ L’ITALIA

L’EUROPA AVRA’ LE SUE COLPE, MA SE GLI ALTRI CRESCONO E NOI NO CI SARA’ UN MOTIVO. IL GOVERNO INCAPACE DI “CAMBIARE VERSO”.


martedì 11 novembre 2014

RIMBORSI IN REGIONE, I CONSIGLIERI DI FORZA ITALIA:”LEGALI AL LAVORO PER CHIEDERE ARCHIVIAZIONE”


Dopo oltre due anni la Procura di Bologna ha concluso le indagini sui rimborsi spese dei Gruppi consiliari della Regione Emilia-Romagna. L’attività della Procura si inserisce nel filone nazionale che ha visto la quasi totalità dei Consigli regionali sottoposti a indagine da parte delle Procure dei vari capoluogo di regione, tanto che nei mesi scorsi si era tenuto un incontro di coordinamento inter procure interessate. "La Procura di Bologna, contestando praticamente tutte le spese a tutti i consiglieri che hanno fatto richiesta di rimborso, ha di fatto messo sotto accusa l’intero impianto normativo e contabile e tutto il sistema di rendicontazione del nostro Consiglio regionale" dichiarano i consiglieri di Forza Italia. "Sul criterio dell’inerenza delle spese, adottato dalla Procura di Bologna, però - prosegue la nota di FI - non c’è univocità di interpretazione fra le varie Magistrature, tanto che le Sezioni Riunite della Corte dei Conti la scorsa estate hanno, contrariamente alla Procura bolognese, giudicato pertinenti i rimborsi dei consiglieri regionali. I nostri legali sono già al lavoro per ottenere l’atto di fine indagine e, in base ai rilievi dei PM, predisporre memorie utili a chiare il nostro operato. Nell’attesa che il Giudice Unico per il Processo (GUP) si pronunci sulla richiesta della Procura, i nostri legali formuleranno richiesta di archiviazione". "Il Consiglio regionale dell’Emilia-Romagna - sottolineano i consigliere di Forza Italia -  a differenza di quasi tutti gli altri Consigli regionali, si è dotato di un robusto impianto di norme, costantemente aggiornato, per quantificare l’ammontare dei rimborsi spese dei consiglieri e regolamentarne la rendicontazione e l’assegnazione delle risorse. A questo impianto normativo e a questo rigido sistema di rendicontazione, al quale il Consiglio regionale aveva affiancato un Comitato di Revisori dei Conti, noi ci siamo sempre strettamente attenuti, chiedendo solo i rimborsi che per legge ci spettavano e documentando scrupolosamente ogni singola spesa. Questo comportamento ci rende sereni nei confronti dell’indagine dei PM e fiduciosi nel pronunciamento dei giudici".

lunedì 10 novembre 2014

IL QUIRINALE ANNUNCIA DIMISSIONI INVECE DI DARLE. E COSI’ ESERCITA ANCORA UN’INGERENZA INDEBITA


La lezione di Ratzinger – Papa Benedetto XVI non ha preannunciato le dimissioni: le ha date. E dire che non c'erano precedenti. Le procedure per far fronte a questa decisione hanno retto. Funziona così.
Andarsene – La salute, l'età, la stanchezza. Motivi su cui a nessuno è permesso sindacare o eccepire. Ci sono questioni che un uomo – qualunque sia la sua responsabilità – deve valutare nel foro della sua coscienza. Senza interferenze. Ma perché Napolitano interferisce sulle scelte di altre coscienze egualmente degne?
Pre-andarsene – In quale articolo della Costituzione è scritto che il Presidente della Repubblica può esercitare una pressione su tempi e temi dell'azione del governo e il lavoro del Parlamento in funzione del proprio monumento a cavallo? Desiderare di perfezionare la propria memoria presso i posteri è vanità scusabile. Ma mettere in atto una sorta di ricatto morale per attuare le riforme che ha in mente, è una forzatura.
Non serviva, o sì? – La Repubblica ha i meccanismi già sperimentati tre volte (Segni, Leone, Cossiga) per far fronte a dimissioni o impedimenti improvvisi. Le procedure ci sono. Mancano le procedure di pre-annuncio. Che rendono tutto più difficile. La fretta nel volere ora la riforma elettorale subito e per il comodo del Pd nasce da questo suo pre-annuncio. Non va. Allora si dimetta ora. Adesso. Perché un altro mese e mezzo di penultime volontà vincolanti moralmente?
Scalfari Provvede lui a erigere il monumento a Napolitano. Una frase la trascriviamo. E' perfetta, e molto triste per noi: documenta che Napolitano ha aggirato purtroppo la Costituzione e la volontà popolare. Con la scusa dello stato di necessità. Per noi la sovranità popolare è la prima necessità a cui un capo dello Stato deve sottomettersi.
Circostanze di nome golpe – Scrive Eugenio Scalfari su “Repubblica” di oggi: “Le circostanze hanno obbligato Napolitano a nominare tre governi senza che avessero ricevuto la preventiva designazione elettorale: quelli di Monti, di Letta, di Renzi”. Queste cose le dicevano in Sud America Pinochet e Videla.
Il successore Almeno per la legge dei grandi numeri forse è il caso che il presidente non venga dalla sinistra. Quattro e mezzo di fila sono un po' troppi per una democrazia.

domenica 9 novembre 2014

RICORDIAMO IL 25° ANNIVERSARIO DELLA CADUTA DEL MURO DI BERLINO 9 NOVEMBRE 1985,

 Rodolfo Ridolfi*
Abbiamo voluto fondare il nostro movimento, Azzurri del’94 con Silvio Berlusconi, proprio il 9 novembre del 2012 anche perché fra i principi fondanti di Forza Italia c’è la libertà e la lotta all’ideologia comunista che sopravvive, insieme alle altre totalitari, come negazione stessa delle basi della nostra civiltà. Ancora oggi circola in Italia e in Europa, l’idea che il comunismo sia stato un modello in se stesso buono, che però ha trovato una cattiva applicazione. No, il comunismo era ed è intrinsecamente sbagliato perché nega la natura umana ed è stato, con il nazismo, l'impresa più disumana e criminale della storia dell'umanità. Il crollo del muro di Berlino ha segnato la fine dei regimi comunisti nell'Europa centrale ed orientale. Purtroppo non ha significato la fine di tutti i regimi comunisti nel mondo. Ma il comunismo non sopravvive soltanto in Cina o nella Corea del Nord, il comunismo continua a sopravvivere anche in Italia spesso camuffato riconoscibile per il modo di essere, di molti, comunisti senza comunismo rinnegando le proprie idee ed il proprio passato, ignorando colpevolmente l'evidenza delle decine di milioni di vittime del comunismo, come se fossero semplici dettagli della storia; e allo stesso tempo mantenendo i metodi di lotta politica: quello di considerare gli avversari dei nemici da eliminare, moralmente e politicamente, con la “verità” che conviene al partito, con l'uso politico della giustizia, imponendo, in un intreccio con i poteri forti, anche a livello europeo, l'egemonia sulla società civile, sull'economia, sulla scuola, sull'informazione. Per questo ci piace sottolineare come la notte fra il 9/10 novembre 1989, momento storico della caduta del Muro di Berlino rappresenti, nel comune sentire di tutta l’Europa dei popoli, la stagione della liberazione dal regime comunista, che, imposto in tanti Paesi di antica civiltà e cultura, li aveva precipitati nel sottosviluppo ed allontanati dalla comune matrice europea. La caduta del Muro di Berlino ha lo stesso valore simbolico ed integra la liberazione dalla guerra, dal nazismo e dal fascismo che ricordiamo doverosamente tutti gli anni il 25 aprile. Il 9 novembre è qualcosa di più di una ricorrenza, può essere la prima significativa festa dell’Europa. L’allargamento dell’Unione, la nascita dell’euro, fra l’altro non condivisa da tutti gli Stati Europei, l’applicazione dei trattati di Maastricht e

giovedì 6 novembre 2014

E’ L’ORA DEL PATRIOTTISMO. LA MIA INTERVISTA DI OGGI AL QUOTIDIANO NAZIONALE

Le barzellette d’ esordio, tre, due delle quali in francese (deliziosa ma irripetibile quella che gli raccontò Mitterrand) sono state il generoso omaggio a un rito dovuto. Nella sua villa di Arcore, Silvio Berlusconi sembra un leone in gabbia. Un leone ferito. Confinato a casa, con i carabinieri alla porta, il telefono sotto controllo e senza più il passaporto, non riesce a liberarsi dal peso della propria «ingiusta condanna» e dell’«assurda decadenza da parlamentare, terzo colpo di Stato dopo l’ avviso di garanzia a Napoli nel 94 e la balla dello spread nel 2011». Ne parla in continuazione e quando ne parla ne soffre. È nervoso, non se ne fa una ragione. E a incoraggiarlo ad alzare lo sguardo sul mondo è anche peggio. A margine di questa rara intervista, la prima concessa a un giornalista nel suo salotto di Villa San Martino da quando vi è recluso’ per decisione del giudice di sorveglianza, Berlusconi ha parlato dello stato dell’ economia europea con toni a dir poco accorati. È preoccupato per l’ Italia, ma, in ossequio al suo noto «ottimismo», non vuole dirlo pubblicamente: «Non servirebbe a nulla, sarebbe solo dannoso».
Presidente, quanto conta la fragilità italiana nel rapporto che ha instaurato con Renzi?
«Conta. Viviamo un momento difficile, io sono sempre stato ispirato da un sano patriottismo e la Patria è oggi minacciata da una crisi economica senza precedenti».
Dunque?
«Dunque, bisogna che, pur nel rispetto della diversità di ruoli e di cultura politica, ciascuno metta al primo posto l’ interesse nazionale. Per vent’ anni ci siamo lamentati del fatto che la politica fosse fatta prevalentemente di insulti e che mirasse alla distruzione dell’ avversario. Tutti abbiamo sperato in un bipolarismo maturo nel quale, su alcuni temi di interesse generale come le regole istituzionali, si potessero trovare convergenze tra maggioranza e opposizione. Oggi questo parrebbe possibile».
Con Renzi, sull’ Italicum siete allo stallo? È favorevole a una legge elettorale che contribuisca a creare un sistema bipartitico? 
«Sarebbe una buona cosa. Ma la legge elettorale è fatta di tanti capitoli, che devono equilibrarsi fra loro. Ci stiamo lavorando sulla base del testo votato alla Camera tenendo conto che ogni correzione dev’ essere concordata tra il Pd e noi. Non credo ci siano problemi insolubili ma spero che nessuno insista su delle forzature».
C’ è chi spiega la sua indulgenza nei confronti del governo Renzi con la necessità di tutelare le sue aziende...
«Non capisco davvero cosa potrebbe fare il governo per tutelare le mie aziende. Anzi, no, una cosa potrebbe farla: far ripartire l’ economia, così anche il mercato pubblicitario avrebbe una ripresa. Ma questo non riguarda Mediaset, riguarda l’ Italia».
Realisticamente, crede che ci siano le condizioni perché la legislatura arrivi alla sua scadenza naturale?
«Non credo che una campagna elettorale sia quello di cui il Paese oggi ha bisogno, viste le difficoltà in cui ci troviamo». 

SALVINI RISCHIA DI FARE LA FINE DI MONTI E FINI


Adalberto Signore - Matteo, attento a non fare la fine di Gianfranco Fini e Mario Monti». Il messaggio che Giovanni Toti recapita al segretario della Lega è piuttosto chiaro, segno che in quel di Arcore non sono affatto piaciute le ultime esternazioni di un Salvini che promette di «prendersi il centrodestra» lasciando in disparte Silvio Berlusconi. Ecco perché l'eurodeputato azzurro, nonché consigliere politico dell'ex premier, non ci gira troppo intorno: «Chiunque ha pensato a coalizzare il centrodestra prescindendo da Berlusconi e Forza Italia non ha fatto una bella fine. Basta ricordare le avventure di Fini e Monti che pensavano di cancellare Berlusconi e hanno finito per fare un danno a loro stessi, al Paese e agli elettori che credevano di rappresentare».
Insomma, è d'accordo con l'obiettivo ma non con il percorso pensato da Salvini?
«Ben venga la volontà di costruire un'alternativa al centrosinistra, ma il baricentro non può che ruotare intorno a Forza Italia che rappresenta, per numeri e per storia, il fulcro dell'alleanza».
Salvini però sostiene che Forza Italia stia facendo un'opposizione «light»...
«Lui persegue un'operazione politica chiara: sdoganare la Lega da partito territoriale a partito nazionale con una connotazione lepenista. Molti dei temi - immigrazione, euro, politiche di Bruxelles da rivedere - sono assolutamente condivisibili solo che il loro svolgimento necessita di una mediazione».
Intende dire che Salvini eccede?
«Dico che con la sua linea politica si prende qualche voto in più a destra ma si abbandona il centro moderato e non si costruisce un programma alternativo a Renzi che possa avere la fiducia degli italiani. Anche all'estero partiti esclusivamente antisistema come il Front National in Francia o l'Ukip in Inghilterra hanno raccolto molti voti ma non governano».
Quindi non crede che la Lega possa essere il motore di un'alleanza di centrodestra?
«Può essere parte, ma non il tutto, o comunque il fulcro».
Oggi si vota la mozione di sfiducia ad Alfano presentata dalla Lega. Che farete?
«Voteremo contro perché equivarrebbe a votare la sfiducia alle nostre forze dell'ordine che meritano invece il nostro sostegno».

martedì 4 novembre 2014

MOBILITAZIONE DI FORZA ITALIA CONTRO LA POLITICA ECONOMICA DI RENZI


Silvio Berlusconi  Giovedì incontrerò tutti i gruppi parlamentari e tutti i coordinatori provinciali di Forza Italia per lanciare una grande mobilitazione anche al fine di cancellare le tasse sulla casa. Durante il nostro ultimo governo le avevamo ridotto molto, le famiglie nel complesso pagavano undici miliardi di euro, oggi si sono triplicate e le famiglie pagano più di trenta miliardi.

FORZA ITALIA UNITA NEL RISPETTO DEL DIRITTO E PER IL RIPRISTINO DELLA GIUSTIZIA. SEVERINO ALLE ORTICHE

Brunetta – “La sentenza del Tar su De Magistris ha un riflesso politico immediato: dimostra che il Senato ha agito contro Berlusconi tradendo disonestamente il diritto, rifiutando l'esistenza di un dubbio di legittimita' costituzionale oggi ammesso da un Tribunale". Lo afferma in una nota Renato Brunetta, Presidente dei deputati di Forza Italia, che aggiunge: "Com'e' stato possibile, dinanzi a pareri di giuristi autorevoli, che sia il presidente della Repubblica Napolitano che quello del Senato Grasso siano  stati silenti davanti a questo scempio oggi giuridicamente certificato? Ormai il guasto e' irrimediabile, ma una semplice dichiarazione di scuse, per cominciare, sarebbe gradita. A partire dal Presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Sul merito poi sono fiducioso su quanto decidera' la Corte: l'articolo 25 della Costituzione e l'articolo 7 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle liberta' fondamentali sono dirimenti sulla non retroattivita' delle pene".
Toti “Per De Magistris si e' ricorsi alla Consulta per Berlusconi no. La legge non e' uguale per tutti. A Silvio Berlusconi non fu data la stessa possibilita' che oggi e' stata data a Luigi De Magistris, che con una decisione del Tar di Napoli e' stato reintegrato nel suo ruolo. Ruoli diversi e situazioni diverse ma anche applicazione diversa di una stessa norma". Lo scrive Giovanni Toti eurodeputato e consigliere politico di Forza Italia. "Allora la presidenza di Palazzo Madama e quella della Commissione competente non ritennero di dover verificare la costituzionalita' della "Severino" nonostante l'auspicio in tal senso di molti giuristi super partes, causando una grave lesione al Parlamento, alla democrazia e al diritto. Ne dovrebbero trarre le dovute conseguenze. Oggi la politica deve intervenire, celermente, per sanare la disparita' e porre rimedio ad una grave ingiustizia. In un Paese civile la legge e' uguale per tutti".



domenica 2 novembre 2014

BAZZONI: “POLLASTRI (PC) E’ LA FORZA DI QUESTO TERRITORIO IN REGIONE


Comunicato stampa di Andrea Pollastri, candidato alle regionali per Forza Italia Piacenza. “Ho avuto il piacere e il privilegio di collaborare con Andrea in questi anni in Regione e ho conosciuto una persona splendida da un punto di vista umano e professionale. Il consigliere Pollastri è stato una delle colonne portanti del nostro gruppo, ma direi di tutta l’opposizione. Una presenza costante e qualificata che merita di essere riconfermata per i prossimi anni”. E’ una vera e propria investitura quella attribuita questa mattina a Pollastri dal capogruppo in Regione di Forza Italia, Gianguido Bazzoni, giunto da Ravenna – “in macchina, ma per Andrea sarei venuto anche a piedi” – per sostenere la candidatura di Pollastri alle elezioni regionali del prossimo 23 novembre.
 “Il lavoro dell’opposizione – ha sostenuto Bazzoni – in una Regione rossa come l’Emilia-Romagna è veramente complicato, snervante. Ci si trova ad assistere all’approvazione di provvedimenti sbagliati che passano solo grazie ai numeri di una maggioranza che vota spesso acriticamente. Forza Italia in questi anni, e Pollastri ha contribuito in modo spesso determinante, ha svolto un’opposizione a tratti intransigente, cercando però di essere costruttiva e avendo sempre a cuore l’interesse dei cittadini emiliano-romagnoli. Oggi sono convinto ci sia la possibilità di voltare pagina e dare alla Regione un governo nuovo di centrodestra. L’Emilia-Romagna ha bisogno di più attenzione al lavoro e per i giovani, maggior cura del territorio, preventiva e non a posteriori, più sicurezza, meno sprechi e meno burocrazia”.