lunedì 30 novembre 2015

IL MOMENTUM DI BERLUSCONI


Chiamano così in America quel concentrarsi di segni che accompagnano l'ascesa irresistibile di un candidato. Lo statista di Forza Italia in un tempo di guerra e di drammatici cambiamenti è il solo che può dare speranza agli italiani, nell'unità delle forze di centrodestra. Mentre Padoan ormai mette le mani avanti e prevede crisi economica, noi proponiamo la via d'uscita, con gli eurobond per le infrastrutture orientate alla sicurezza. Investimenti che consentano insieme di svilupparci e di difenderci. Il filotto della vittoria, necessità del nostro leader in campo su tutte le televisioni e della strategia del Quadrifoglio



venerdì 27 novembre 2015

COSTRUIAMO IL TAVOLO PER LA DIFESA DELLA PATRIA

                            
Facendoci carico di questi valori, offriamo alle forze politiche, ed anzitutto ai nostri alleati della Lega e di Fratelli d’Italia, questo nostro contributo organico che intendiamo far valere costruttivamente al “tavolo per la difesa della Patria” come base di dialogo con il governo.

Il termine “Patria– Ci teniamo al termine Patria, che in Costituzione è scritto maiuscolo, e invitiamo il Presidente del Consiglio Renzi ad adottarlo formalmente. Crediamo che in questo momento vada restituito l’onore che merita a questa parola così spesso vergognosamente taciuta. La usiamo senza retorica, ma proprio attingendone il senso etimologico, del riconoscimento di un’origine comune, di una figliolanza dalla nostra tradizione e da una civiltà con connotati precisi.

mercoledì 25 novembre 2015

IL NOSTRO PROGRAMMA

“PER LA DIFESA DELLA PATRIA E DEGLI ITALIANI” ART. 52 COST.
“La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino”
EMERGENZA DEMOCRATICA
 Renzi si tira un boomerang in testa cercando di bloccare Bassolino. I giornalini vedono solo il male che il Fiorentino fa a se stesso, ma non denunciano l’assurdo di elezioni spostate per i comodi di un partito. Spudoratezza che puniremo
con la nostra unità e il nostro Quadrifoglio
EMERGENZA TERRORISMO
 L’abbattimento del caccia russo da parte della Turchia ripropone l’urgenza di una coalizione globale e con una sola direzione strategica. Intanto, mentre il Califfo ci dà guerra, Renzi e Gentiloni non si “sentono” in guerra. Un simile governo guidato da ciechi e sordi non dà sicurezza agli italiani. Per fortuna la forza serena di Berlusconi dà coraggio alla gente e prestigio internazionale al nostro Paese. Il titolo imbarazzato e imbarazzante dell’Unità: manifesto del buonismo perdente

 



domenica 22 novembre 2015

EDITORIALE DI GUERRA


 Il bilancio di sette giorni orribili impone un giudizio chiaro. Non è più tempo per ridanciani deboli di spirito. Per sradicare il Male, indispensabile un’alleanza globale. Se Renzi dice di no alle sanzioni alla Russia dà un segnale importante. E garantiamo l’unità nazionale. Altrimenti, si attacchi pure a WhatsApp. La linea del centrodestra unito, ispirata da Berlusconi, ha il consenso degli italiani: Putin è il leader mondiale preferito (48 per cento), Obama al 32 per cento

giovedì 19 novembre 2015

GUERRA ALL’ISIS


NO ALLE SANZIONI ALLA FEDERAZIONE RUSSA, SÌ ALLO SPIRITO DI PRATICA DI MARE


Renzi non si strapazzi il cervello per rispondere alle domande su dove e come intervenire e bombardare. C’è una prima mossa semplice: togliere le sanzioni alla Russia. Sarebbe il viatico per una grande coalizione vincente. E saremmo uniti tutti, in Italia e in Europa. La coerenza di Berlusconi, per un filoatlantismo inclusivo contro la barbarie, oggi si dimostra l’unica strategia efficace e lungimirante. Pratica di Mare è ancora possibile, ma Renzi si compiace di vedere invitato Gentiloni al vertice di Vienna grazie a Obama, e rinuncia a un ruolo da protagonista dell’Italia


martedì 17 novembre 2015

CENSURA RESPINTA AL MITTENTE:


http://pdlravenna.blogspot.it/2015/11/galassini-vincenzo-fi-consigliere.html
Dopo la pubblicazione di quest’articolo Il "capo di Bologna" ordina:
La invitiamo a " NON parlare a nome di Forza Italia Ravenna".  Grazie. La segreteria regionale Forza Italia Emilia Romagna
Se avesse letto bene lo scritto, ho firmato, come sempre, nella carica di consigliere provinciale di Forza Italia della Provincia di Ravenna.
Mi dispiace ma non rispetterò l'ordine se non mi viene direttamente dal Presidente Berlusconi.
Lo comunico ai 243mila lettori del blog Ravenna, 200mila Faenza, 50mila Bagnacavallo, 28milaseniores e al "capo" che dalla nuova carica fino ad oggi non ha consultato il consigliere della provincia di Ravenna e credo non l’abbia fatto con gli altri! VINCENZO GALASSINI


sabato 14 novembre 2015

LA FALLACI AVEVA RAGIONE………..MUOVERSI, DECIDERE E TANTO ……..TANTO ALTRO………L’UE HA SBAGLIATO ACCUSA BERLUSCONI, L’UE E’ IN MANO AD INCAPACI……

Il leader di Forza Italia: "Sono mesi e mesi che il presidente Putin sollecita l’attivazione di una coalizione con l’Unione Europea"
Gli attentati di Parigi rappresentano "tutto il contrario di tutto ciò che noi consideriamo civiltà.
Ma sono mesi e mesi che il presidente Putin sollecita l’attivazione di una coalizione con l’Unione Europea, che deve essere la protagonista, essendo la più colpita dalla migrazione prodotta sia dalla guerra in Siria che dall’espansione dell’Isis". Così il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, intervenendo telefonicamente al Tg1. "Una coalizione - ha proseguito il leader azzurro - che l’Ue deve chiedere e che metta insieme gli Stati Uniti, la Federazione Russa e la Cina e che intervenga militarmente sotto l’egida dell’Onu per estirpare il cancro dell’Isis alla radice".
Il leader di Forza Italia poi ha aggiunto: "C'è una carenza di leadership nel mondo che è preoccupante, siamo nelle mani di incompetenti e incapaci, non hanno nemmeno capito che bisognava applicare controlli sospendendo Shengen, lo hanno capito ora che i buoi sono usciti dalla stalla".

giovedì 12 novembre 2015

UNITI SI VINCE, IL PD IN FRANTUMI


 Renzi ha tagliato i ponti con la sua sinistra, il Pci-Pds-Ds-Pd è morto. Il Paguro Matteo cerca di infilarsi in Expo per conquistare Milano. Per mandarlo a casa blocchiamo questo giochino furbo delle amministrative. L'unità di centrodestra al lavoro subito su programmi, regole e candidati



mercoledì 11 novembre 2015

E IO PAGO: LO STATO PAGA I DEBITI DEI DS, NON CI SIAMO PIU’!


Tocca ai contribuenti ripianare parte dei debiti colossali dei Ds: lo Stato ha versato 107 milioni di euro nelle casse delle banche creditrici del partito. Ma non è finita: da saldare mancano altri 18 milioni di euro
Come denuncia Sergio Rizzo sul Corriere della Sera, è toccato ai contribuenti ripianare parte dei debiti colossali del partito. Da saldare alla Sga, società nata dieci anni fa per recuperare i crediti dal crac del Banco di Napoli, mancano altri 18 milioni di euro.
I 107 milioni di euro pubblici sono stati parcheggiati nelle casse delle banche creditrici dei Ds con "riserva". Sul malloppo pende ancora il giudizio di appello. Una legge del 1998 estende la garanzia dello Stato già vigente sui debiti degli organi di partito ai debiti del partito che si faceva carico dell’esposizione del proprio giornale con le banche. "Sembrava una norma scritta su misura per il quotidiano diessino l’Unità - denuncia Rizzo sul Corriere della Sera - tanta generosità era tuttavia condivisa con tutti gli italiani che pagano le tasse. Visto che il partito si accollava i debiti del giornale insieme alla garanzia statale trasferita per legge dal giornale al partito. Che se non avesse pagato lui, avremmo pagato noi". E, nonostamte il tesoriere dei Ds Ugo Sposetti abbia abbattuto gran parte dei 450 milioni di euro di debiti, adesso gli italiani si trovano a dover mettere mano al portafogli. Nonostante fosse stata approvata pure una legge che consentiva il pagamento dei contributi pubblici anche nel caso di scioglimento anticipato della legislatura (come avvenne nel 2008, quando i Ds partorirono il Pd), sul groppone dello Stato sono rimasti appunto 125 milioni di euro.
Il Pd non ha raccolto l'eredità economica dei Ds e della Margherita, che per tre anni hanno continuato a intascare i fondi statali. "La separazione dei destini economici consentì ai Ds con l’abile regia di Sposetti di blindare il patrimonio immobiliare dell’ex Partito comunista in una cinquantina di fondazioni indipendenti dal partito centrale perché emanazione delle federazioni provinciali - denuncia Rizzo - ovvero, soggetti giuridici autonomi". Non avendo più immobili da pignorare, le banche hanno chiesto allo Stato di sborsare i 125 milioni di euro. "Il debitore è morto - diceva Sposetti, attualmente senatore del Pd e presidente della Fondazione Ds, ai microfoni di Report - se il debitore muore, che succede? Ci sono le norme e in questo caso un magistrato civile ha detto 'guarda, signor Stato, che devi pagare tu…'". Ovvero i contribuenti.



martedì 10 novembre 2015

IL SENSO DI RESPONSABILITÀ DI SILVIO BERLUSCONI, CIOÈ IL SENSO DELLA VITTORIA


Silvio Berlusconi ha detto di essersi deciso a non abbandonare il campo della politica, a essere ancora qui a lottare, dopo tre anni che non veniva in una piazza, per “senso di responsabilità”. Tornare in politica e tornare per la sua prima uscita pubblica qui, accettando l'invito della Lega, sono la stessa cosa. Senso di responsabilità coincide con volontà di vittoria. Lui non vuole entrare in politica per costruirsi una ridotta di pochi fidi in cui difendere interessi personali o di categoria trattando con la sinistra al potere. Vuole che vincano le idee liberali, le passioni per cui ha deciso vent'anni fa di scendere in questa arena dove non gli è stato risparmiato nulla, quanto a persecuzioni. Per l“assoluta necessità che il centrodestra torni ad essere quello che ha governato e ora governa in Veneto, Lombardia e Liguria”.
Si torna non per partecipare, ma per vincere. Per questo oggi è un giorno di festa.
SILVIO BERLUSCONI PROTAGONISTA A BOLOGNA L’intervento del Presidente di Forza Italia a Bologna in 20 punti: “Oggi è una giornata fondamentale per il futuro di tutti noi e dell’Italia. Dobbiamo dire che con Silvio, Giorgia e Matteo non ce ne sarà più per nessuno!”

1. “Da qui vi dico che sono commosso, ritorno davanti alla nostra gente, in una piazza così affollata, dopo tre lunghi anni di assenza, dove mi hanno consegnato ai servizi sociali, hanno tolto di mezzo uno dei leader dell'Italia moderata, dell'Italia del centrodestra”.




venerdì 6 novembre 2015

UNITA’ SUL CAMPO DI FORZA ITALIA, LEGA FDI DAL PARLAMENTO A BOLOGNA.

Prove tecniche di unità sul campo. I gruppi di Forza Italia, Lega e FdI si coordinano per una opposizione totale ed efficace, e per una vera manovra di salvezza dell’Italia. Primo passo del Cantiere. Sullo sfondo di Bologna e di altre piazze. Contro Renzi, per l’alternativa
UNITÀ SUL CAMPO.Le chiacchiere stanno a zero, i presunti conflitti gonfiati dai giornaloni evaporano come le promesse fasulle di Renzi. Così, come racconta con semplicità il comunicato firmato da Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia nell’ufficio del Presidente dei deputati azzurri, l’unità del centrodestra dalle parole ai fatti. Una nota: non c’era stato più un incontro in sede parlamentare delle forze di centrodestra dal 2011. Sono passati quattro anni ed esplode un nuovo inizio.
Qui ci preme sottolineare un punto di metodo. Se si ha la volontà politica dell’unità, se si ama davvero la nostra gente, se gli ideali contano più dei calcoli partigiani, allora si trova la quadra, le energie si fondono, sciogliendo gelosie e sospetti. Alla faccia di chi ci vuol male, e – alternativamente – ci vede o litigiosi e furenti l’uno con l’altro, o appiattiti sugli slogan di questo o di quello, . Da il Cantiere del centrodestra sta diventando realtà questa opposizione nasceranno idee, proposte, per un programma nuovo, innovativo, liberale, credibile, che ci porterà ad affrontare e a vincere le prossime elezioni. Questo ritrovarsi insieme era atteso ed era nelle cose. Abbiamo tanti punti in comune, sul lavoro, sulla sicurezza, sull’economia. Governiamo insieme la Lombardia Veneto Liguria Lega siamo alleati da vent’anni, e anche oggi dobbiamo rinsaldare una alleanza solida, alternativa alla sinistra.
Sullo sfondo ci sono le due torri di Bologna e altre piazze insieme. Uniti davvero, con un cammino e un obiettivo condiviso.

Questo è ciò che serve al centrodestra unito per essere davvero vincente e competitivo. . Uniti nell’opposizione a Renzi, Uniti si vince uniti nelle idee, nei programmi, nel Cantiere. Un primo passo è stato fatto. Ora andiamo avanti e non fermiamoci più.

giovedì 5 novembre 2015

POLITICA ESTERA


 LIBIA Notizie infauste dalla Libia. Necessità di Pratica di Mare e di una coalizione nell’emergenza che chiami in Italia i leader delle potenze mondiali. Come farebbe Berlusconi
Che schiaffo per l’Italia dal governo di Tobruk, in particolare dal generale Haftar. Il rappresentante permanente della Libia all’Onu, Ibrahim Dabbashi, ha fatto retromarcia sull’allarme lanciato domenica in merito alle navi italiane in acque territoriali libiche. “Prima di muovere l`accusa che tre navi da guerra italiane siano entrate nelle acque libiche servono conferme, per ora non ho nessun riscontro”, ha detto ieri Dabbashi, il quale ha anche sottolineato di “non credere” che le unità navali fossero italiane. L’intento palese è quello di destabilizzare il percorso di pace, di influire o addirittura mandare a monte i negoziati portati avanti dall’emissario Onu Bernardino Leon.
Come sappiamo le autorità italiane attraverso il ministero della Difesa, e non quello degli Esteri, si sono affrettate a smentire la falsa notizia, ma le dichiarazioni del ministro Gentiloni, da Algeri (dove si è svolto il vertice a tre con i rappresentanti di Algeria ed Egitto per discutere i dettagli del piano redatto dall’Onu per ottenere la riunificazione politica della Libia), lasciano perplessi per intensità e vigore.
Se l’accordo di pace dell’Onu sarà approvato, promette il nostro ministro degli Esteri, “l’Italia, insieme con l’Egitto, l’Algeria e altri Paesi, è pronta a sostenere e ad accompagnare la rinascita della Libia”. In poche parole, un governo riconosciuto dalla comunità internazionale che sta trattando un accordo di pace proposto dalla comunità internazionale, attacca apertamente un Paese membro della comunità internazionale di violare le acque territoriali, e noi porgiamo l’altra guancia?
Non siamo sciocchi, capiamo il momento critico delle trattative, la volontà di sabotare l’accordo, il ruolo chiave dell’Italia per storia e posizione geografica. Ma la dignità e l’onore del nostro Paese non possono essere calpestati con così tanta leggerezza.
Per l’Italia la Libia è qualcosa di più della Siria e dell’Iraq.
Per l’Italia la Libia è il banco di prova di quanto valga a livello internazionale.
Preferire la linea morbida della diplomazia più arrendevole nei confronti degli interlocutori libici non crediamo possa essere la strada migliore da perseguire.
Questa pace, se raggiunta, sarà la più difficile da preservare e la più importante per la nostra sicurezza nazionale.
Sarebbe invece fondamentale riportare i leader delle potenze mondiali a parlarsi su territorio italiano, così come avvenne nel 2002 con Pratica di Mare, in modo tale da poter dar vita a una coalizione internazionale in grado di redimere i conflitti che stanno devastando il Medio Oriente e mettere la parola fine all’ascesa incontrollata dell’Isis. Almeno questo è quello che farebbe Berlusconi.

mercoledì 4 novembre 2015

Tagliare le tasse in deficit, come fa Renzi nella sua Legge di stabilità, equivale a mettere la polvere sotto il tappeto e lasciare alle generazioni future il conto delle mance elettorali distribuite oggi.
Noi non ci stiamo. Per questo riscriviamo in 5 punti la Legge di stabilità.
1.Abbassiamo la pressione fiscale, ma solo dopo aver tagliato di pari importo la cattiva spesa pubblica, attingendo le risorse dal piano di Spending review dell’ex commissario Cottarelli;
2.Ancora con le risorse derivanti dalla Spending review:
• aumentiamo le pensioni minime;
• introduciamo il “quoziente familiare”;
• rinnoviamo i contratti dei dipendenti pubblici, con particolare attenzione al comparto sicurezza.
3.Disinneschiamo davvero e per sempre le clausole di salvaguardia utilizzando le risorse derivanti dalla revisione delle Tax expenditures;
4. Lanciamo un grande Piano per il Sud finanziato dai Fondi strutturali residui del bilancio Ue 2007-2013 e dai nuovi Fondi del bilancio Ue 2014-2020;
5.Usiamo “ricardianamente” tutta la flessibilità concessa dall’Ue per investimenti pubblici produttivi.
Questa sì che sarebbe una vera manovra espansiva, che crea crescita e occupazione, con l’aumento della produttività dei fattori e della competitività del Paese, la riduzione vera della pressione fiscale e il blocco dell’aumento di Iva e accise, che il governo Renzi ha solo rinviato di un anno.
Al contrario, fare passare la Legge di stabilità di Renzi e Padoan come una manovra per la crescita, che suona bene anche al centrodestra e su cui allettare famiglie e imprese, con la promessa, come abbiamo visto, della riduzione delle tasse, è un imbroglio.



lunedì 2 novembre 2015

LA UE VI HA APPENA SCOLLEGATO DA INTERNET


Non  è bastato l’appello del creatore del World Wide WebSir Tim Berners-Lee, che invitava gli eurodeputati, oggi a Strasburgo, a cambiare quel testo maledetto. Del resto, la Commissione Europea e il Consiglio dell’Unione Europea l’hanno studiata bene, consapevoli che i MEP (gergo tecnico per riferirsi ai parlamentari europei) se la sarebbero bevuta, ognuno perso nelle cose sue. Avevano formulato un pacchetto contenente uno specchietto per le allodole, cioè l’abolizione dei costi di roaming negli spostamenti tra i vari stati membri europei, per poi infilarci la polpetta avvelenata, che in questo caso si chiama: fine della Net Neutrality.  Cos’è la Net Neutrality? E’ quella regola d’oro della rete in base alla quale “tutti i bit sono creati uguali”. Ovverosia, fuor di metafora, una volta che sono immessi in rete, non esistono dati di serie A e dati di serie B: le infrastrutture informatiche che li trasportano (che fanno capo agli internet service provider cui paghiamo la bolletta e che stendono i cavi) devono trattarli tutti alla stessa maniera. Sembra cosa di poco conto per chi non è del mestiere, ma provate a riflettere: cosa succede se un fornitore di accesso a internet lancia un’offerta per cui vi dà internet gratis, o a poco prezzo, ma vi mette solo il Corriere della Sera e Repubblica, mentre tutto il resto dei siti internet sono consultabili solo pagando 3 volte tanto? Succede che avere accesso a internet non significa più disporre della libertà di consultare qualunque informazione sia presente in rete, ma solo quella prodotta dai grossi siti convenzionati, cioè solo quella che il nostro fornitore vorrà farci leggere. Certo, uno potrebbe pagare di più per leggere Byoblu, ma siccome c’è crisi e la gente vuole risparmiare,