lunedì 31 agosto 2015

L’EUROPA RISCHIA L’ISLAMIZZAZIONE E IL PAPA NON LO CAPISCE

Luttwak: Duro attacco del politologo americano contro il governo italiano e contro il Pontefice che "non si rende di collaborare al suicidio dell'Eu
"L'Italia ha il Papa. E questo Papa ritiene che si debbano accogliere tutti. Del resto sin dall'inizio ha mandato il segnale sbagliato, quando fece il primo pellegrinaggio a Lampedusa. E invece non si rende conto di collaborare, suppongo involontariamente, a un suicidio epocale, quello dell'Europa cristiana". Il politologo americano Edward Luttwak, intervistato sul Giorno, non ha dubbi: uno dei principali colpevoli dell’invasione di profughi è Papa Francesco.
L’Italia dovrebbe bombardare i barconi vuoti degli scafisti individuandoli con i raggi infrarossi senza aspettare l’autorizzazione dell’Onu. Ne “ha la forza ma non la volontà”, attacca il politologo. Il problema è la Libia che non è più uno Stato “da quando Sarkozy e Obama fecero la stupida guerra per cacciare Gheddafi” e “trattare con le tribù e i radicali islamici sul territorio è pura illusione". Ma "all'invasione dalla Libia – spiega Luttwak - si aggiunge l'invasione attraverso i Balcani. E questa è ancora più imponente” perché “è tollerata, se non addirittura incoraggiata, dal presidente turco Erdogan" che opera per "la progressiva islamizzazione dell'Europa”. “La stragrande maggioranza dei migranti – prosegue Luttwak - è musulmana. E le comunità musulmane, come si sa, sono refrattarie all'integrazione. Parlo in generale. Alla lunga sarà l'Europa cristiana ad adeguarsi ai loro valori e non il contrario”. “Questo Papa farebbe bene a ripassarsi la storia", attacca di nuovo Luttwak che ricorda la fine della civiltà romana: “Arrivarono i barbari dal nord. Ora vengono dal sud. Alle invasioni barbariche seguirono cinquecento anni di secoli bui. Ce ne vollero altri trecento perché l'Europa conoscesse un Rinascimento". "Nell'Europa attuale - è la conclusione dell'esperto di geopolitica - non vedo alcuna volontà di sopravvivenza. I muri non basteranno. Ci vorranno interventi diretti. E la prima a farlo dovrebbe essere l'Italia".

OGGI SOLO 3300 INVASORI (AGGIORNATO 4400) IN CROCIERA IN ITALIA A SPESE NOSTRE. CLANDESTINI NO PROFUGHI

Maxi operazione di recupero immigrati al largo e fin sotto le coste libiche. Ed è emergenza. Sedici gommoni e sei barconi stracarichi di migranti hanno lanciato ieri l’Sos raccolto dalla centrale operativa della Guardia costiera di Roma, che ha dirottato diverse unità navali nelle aree segnalate.
La nave Fiorillo, la Diciotti e 4 motovedette, tutte della Guardia costiera, una nave norvegese in forza a Triton e, ancora, mezzi della Marina militare e della Guardia di Finanza hanno lavorato senza sosta visto l’alto numero di migranti che si è riversato in mare per raggiungere l’Italia. In arrivo sulle nostre coste circa 3300 immigrati. E le partenze dalla Libia sono a ciclo continuo. Arriveranno a Vibo Valentia a bordo della Bourbon Argos di «Medici senza frontiere» 319 immigrati recuperati in tre operazioni. Una motovedetta della Capitaneria di porto di Lampedusa ne ha tratti in salvo 111, la CP291 ha soccorso due gommoni con in tutto 187 migranti, 322 sono quelli trasbordati su un’unità navale norvegese. In due interventi la Marina militare ha soccorso quasi mille persone: 507 sono sulla nave Cigala Fulgosi, 432 sulla Vega.
Le interminabili operazioni di soccorso sono iniziate nella notte tra venerdì e ieri, quando la Guardia costiera ha salvato quasi 300 profughi, poi trasbordati su un’unità navale della Guardia di Finanza. Sono oltre 105mila (in realtà essendo migliaia al giorno fate i conti voi) i migranti sbarcati in Italia nel 2015, con dati aggiornati al 19 agosto.
L’enorme ondata che sta investendo le nostre coste mette a dura prova il sistema di accoglienza che, pur oliato, visti i grossi numeri raggiunti, deve fare i conti con un carico non indifferente. Le partenze programmate dai Cpsa verso altre strutture in Italia sono all’ordine del giorno, per garantire posti liberi ai nuovi arrivati. Oneroso il fardello che incombe sulle forze dell’ordine che, malgrado il deficit di unità, devono lavorare sui due fronti: individuare gli scafisti ed effettuare i controlli sull’identità degli arrivati. Roba non da poco, visto che la gran parte degli immigrati non ha documenti.
«Si va oltre lo scafismo di Stato». «Umiliati e beffati dall’Ue, usiamo le nostre forze per alimentare gli affari dei trafficanti e farci invadere. Solidarietà alla nostra Guardia costiera e alla nostra Marina, costrette da un governo di incapaci a sostenere un malaffare che pagheranno gli italiani».

domenica 30 agosto 2015

ALLA PRANDINA (PD) CLANDESTINI E PUTTANE, E NOI PAGHIAMO PER UN BORDELLO IN CENTRO, ALTRO CHE GUERRA

PADOVA. Il sesso a pagamento non può essere tollerato in una struttura gestita della Prefettura, nell’ambito di un programma di accoglienza organizzato dal Ministero dell’Interno. Invece all’ex Prandina succede anche questo. Nella tendopoli dove attualmente sono accolti 320 profughi (dati ufficiali della Prefettura, in realtà oltre 400) c’è chi ha utilizzato i 2 euro e 50 cent di contributo diurno per fare sesso. Con chi? Con altre donne africane accolte nello stesso campo. Chi gestisce i migranti è corso ai ripari trasferendo in altre strutture sei nigeriane individuate come “fulcro” di questo mercato clandestino. Il problema è che il malcostume si è diffuso anche tra le donne sposate che cercano di rimediare qualche spicciolo nello stesso modo. Dopo l'attività di compravendita tra gli immigrati ospitati al Prandina si e' diffusa ora la voce di una seconda attività che avviene all'interno della tendopoli: sesso a pagamento. Una voce questa prontamente smentita con fermezza dal vicecapo gabinetto della prefettura di Padova: il dottor Alessandro Sallusto. Tutto questo mentre il numero dei profughi aumenta e il sindaco Massimo Bitonci chiede ulteriori controlli. 

venerdì 28 agosto 2015

LE ILLUSIONI PERDUTE DEL FANFARONE

Padoan e Poletti, facce da ministri tristi, annunciano la sconfitta di Renzi sul campo delle tasse e del Jobs Act. Non ci sono coperture per abbattere le imposte. I numeri dei contratti di lavoro sono ciclopiche balle, e lo ammette persino il Ministero. La necessità urgente di una alternativa. Centrodestra unito, finalmente anche Salvini abbandona le velleità di far da solo. Occorre aprire subito il cantiere delle idee e dei programmi. E il tavolo delle regole e delle candidature
DUE VOLTI DA COMMISSARI DEL POPOLO PRONTI PER LA FUCILAZIONE. PADOAN CONFESSA: LA FLESSIBILITA' CHIESTA ALLA MERKEL A EXPO NON SERVE A NIENTE, OCCORRE UN TAGLIO PERMANENTE DELLE SPESE. NEI MODI, NEI TEMPI E NELLE QUANTITÀ INDICATE DA RENZI È UNA MISSIONE IMPOSSIBILE
IL BANDITO GIULIANO (POLETTI). ANNUNCIA DI AVER MENTITO SUI DATI DEL LAVORO. SI SCUSI E SI DIMETTA LUI, E SI SCUSI IL PREMIER CON GLI ITALIANI
C'è un'altra faccia che parla prima ancora delle parole che la bocca pronuncia. Quella di Giuliano Poletti.
Il bandito Giuliano, dicendolo con simpatia. E' stato lui in questo 2015 a fornire la trama per la narrazione renziana delle riforme da cui l'Italia sta emergendo gloriosa incoronando il demiurgo Matteo.
Il ministro del Lavoro ha comunicato con una faccia tosta, a dire il vero piuttosto paonazza, che c'è stato un piccolo errore nel diffondere i dati sull'incremento dei posti di lavoro dovuti al Jobs Act. Li ha semplicemente raddoppiati rispetto alla realtà.



giovedì 27 agosto 2015

GOVERNO RENZI: SANITA’, TERREMOTI, WELFAR UN TETTO DI SPESA A TUTTO MA NON ALL’IMMIGRAZIONE!!



 Perché la politica riduce tutto a un dato ragionieristico e non altrettanto avviene per l’immigrazione?
Ci hanno spiegato che sanità, pensioni, stipendi, scuole, giustizia, polizia devono contenere le loro richieste entro limiti fissati. Esiste un confine economico della alla spesa per l’accoglienza? Non porsi il problema è volerlo nascondere. Gli intellettuali dal  loro palco ci diranno che siamo dei cinici economisti. In realtà ribaltiamo esattamente lo stesso ragionamento che essi ci fanno quando chiediamo di mettere un po’ di benzina nel motore dell’economia che non gira: se ogni attività pubblica oggi cade sotto la mannaia della dura legge dell’austerity, perché ce n’è una al di fuori del controllo?



martedì 25 agosto 2015

SALLUSTI: “ ECCO PERCHE’ RENZI NON ARRIVERA’ A MANGIARE IL PANETTONE”


Ci sono tanti fattori che remano contro il Presidente del consiglio Matteo Renzi. E iniziano a essere talmente tanti, che forse si sta apparecchiando la resa dei conti. L'ultima in ordine di tempo è la bufera sollevata dalla Cina nei mercati finanziari, che si lega a doppio filo con le riforme in materia economica che Renzi e il governo devono partorire in autunno, e che cade sotto il nome di legge di stabilità. Come spiega Alessandro Sallusti nel suo editoriale sul quotidiano il Giornale, quello che aspetta Renzi è un autunno rovente, durante il quale dovrà districarsi fra il sali e scendi dei mercati finanziari, crisi economica, questione immigrati e numeri risicati per l'approvazione delle riforme. Per non parlare poi delle spalle scoperte che si ritrova, con un partito che non lo appoggia più, o almeno non nella sua totalità, nel percorso di governo. È sempre più evidente come il premier non abbia più al suo seguito un partito compatto. Ammesso ovviamente che lo abbia mai avuto in passato. Infatti già dalle scorse settimane Matteo Renzi è a caccia di alleanze, di numeri e di voti che gli consentano di passare indenne le prove d'autunno. E le sta davvero cercando ovunque, fra forzisti titubanti e grillini insoddisfatti, per non parlare dei lupi solitari oscillanti fra le vecchie conoscenze e le nuove prospettive.
Storia - Come si suol dire, la storia insegna. Ma fra il dire e il fare, ci sta sempre di mezzo il mare. Sallusti ricorda che nell'ormai lontano 1960 il primo ministro della Dc Fernando Tambroni fece quello che sta tentando di fare Renzi oggi, ovvero di ottenere la fiducia grazie a numero determinante di voti esterni al partito di appartenenza, e in particolare Tambroni accalappiò i voti dei missini, gli esponenti del Movimento sociale italiano. Si gridò allo scandalo per questa strategia, i democristiani di sinistra si ribellarono, i ministri si dimisero e Tambroni fu costretto a mollare il colpo, abbandonando l'incarico di governo. La differenza fra quello che successe allora, e quello che potrebbe succedere oggi, è che nel 1960 saltò solo la poltrona del premier, mentre oggi potrebbe saltare l'interno partito del premier, vista la fragilità della compagine democratica. E la sorpresa sta nel fatto che forse per Renzi una sterzata del genere non sarebbe così male, perché lo metterebbe spalle al muro e di fronte alla possibilità (obbligata) di fondare il suo tanto agognato partito della nazione. Senza minoranze insubordinate pronte a mettere sempre il bastone fra le ruote.


LA DESTRA NORVEGESE VUOLE RISPEDIRE INDIETRO TUTTI I PROFUGHI


Il leader dei conservatori norvegesi Carl Ivar Hagen vuole rispedire i profughi nei centri di accoglienza, per i quali stanno pagando gli europei. “Europa deve fare come Australia, deve cioè dichiarare che non ospiterà clandestini in nessuna circostanza
In Europa è follia. e la pressione diventa insopportabile, l’Europa andrà a pezzi, e con essa anche Oslo”
Devono essere rispediti immediatamente.

domenica 23 agosto 2015

OGGI SOLO 3300 INVASORI (AGGIORNATO 4400) IN CROCIERA IN ITALIA A SPESE NOSTRE. CLANDESTINI NO PROFUGHI


Maxi operazione di recupero immigrati al largo e fin sotto le coste libiche. Ed è emergenza. Sedici gommoni e sei barconi stracarichi di migranti hanno lanciato ieri l’Sos raccolto dalla centrale operativa della Guardia costiera di Roma, che ha dirottato diverse unità navali nelle aree segnalate.
La nave Fiorillo, la Diciotti e 4 motovedette, tutte della Guardia costiera, una nave norvegese in forza a Triton e, ancora, mezzi della Marina militare e della Guardia di Finanza hanno lavorato senza sosta visto l’alto numero di migranti che si è riversato in mare per raggiungere l’Italia. In arrivo sulle nostre coste circa 3300 immigrati. E le partenze dalla Libia sono a ciclo continuo. Arriveranno a Vibo Valentia a bordo della Bourbon Argos di «Medici senza frontiere» 319 immigrati recuperati in tre operazioni. Una motovedetta della Capitaneria di porto di Lampedusa ne ha tratti in salvo 111, la CP291 ha soccorso due gommoni con in tutto 187 migranti, 322 sono quelli trasbordati su un’unità navale norvegese. In due interventi la Marina militare ha soccorso quasi mille persone: 507 sono sulla nave Cigala Fulgosi, 432 sulla Vega.
Le interminabili operazioni di soccorso sono iniziate nella notte tra venerdì e ieri, quando la Guardia costiera ha salvato quasi 300 profughi, poi trasbordati su un’unità navale della Guardia di Finanza. Sono oltre 105mila (in realtà essendo migliaia al giorno fate i conti voi) i migranti sbarcati in Italia nel 2015, con dati aggiornati al 19 agosto.
L’enorme ondata che sta investendo le nostre coste mette a dura prova il sistema di accoglienza che, pur oliato, visti i grossi numeri raggiunti, deve fare i conti con un carico non indifferente. Le partenze programmate dai Cpsa verso altre strutture in Italia sono all’ordine del giorno, per garantire posti liberi ai nuovi arrivati. Oneroso il fardello che incombe sulle forze dell’ordine che, malgrado il deficit di unità, devono lavorare sui due fronti: individuare gli scafisti ed effettuare i controlli sull’identità degli arrivati. Roba non da poco, visto che la gran parte degli immigrati non ha documenti.
«Si va oltre lo scafismo di Stato». «Umiliati e beffati dall’Ue, usiamo le nostre forze per alimentare gli affari dei trafficanti e farci invadere. Solidarietà alla nostra Guardia costiera e alla nostra Marina, costrette da un governo di incapaci a sostenere un malaffare che pagheranno gli italiani».

venerdì 21 agosto 2015

IMMIGRATI, 400MILA RICHIESTE DI ASILO IN SEI MESI. E L’UE APRE GLI OCCHI: “CRISI GLOBALE”

Finalmente Bruxelles apre gli occhi. I numeri che ha in mano sono una doccia fredda: da gennaio a giugno 2015, in appena sei mesi, l’Unione europea ha ricevuto già più di 400mila richieste di asilo.
Numeri che dimostrano l’incompetenza della . Che oggi, tramite un suo portavoce, arriva ad ammettere: “Non si tratta di una crisi greca o italiana o tedesca. Questa è una crisi migratoria globale che richiede azioni congiunte coraggiose”.
Da mesi la Commissione europea si tura le orecchie per non sentire gli allarmi lanciati dai Paesi, come l’Italia e la Grecia, sulle cui coste ogni giorni si riversano centinaia di disperati. Per la prima volta il numero di immigrati registrati ai confini dei Paesi Ue nel luglio di quest’anno ha superato la soglia delle 100mila unità in un singolo mese. Giusto ieri Frontex, l’agenzia europea per il controllo delle frontiere, ha riferito di “una pressione senza precedenti sulle autorità per il controllo delle frontiere in Grecia, Italia e Ungheria”. Per la precisione sono 107.500 i migranti giunti alle frontiere dell’Unione europea lo scorso luglio , oltre il triplo rispetto al luglio del 2014 mentre, nel complesso, dall’inizio dell’anno nell’Ue si sono registrati circa 340mila arrivi, cifra di molto superiore al totale degli arrivi avvenuti nello scorso anno. Secondo i dati forniti da Frontex, la maggior parte dei clandestini che sbarcano in Italia sono eritrei e nigeriani e nel 90% dei casi arrivano dopo essere partiti dalla Libia.

giovedì 20 agosto 2015

SE VINCO IO VIA TUTTI I CLANDESTINI


Il miliardario ha collezionato nelle ultime settimane una serie di frasi molto forti, soprattutto sull’immigrazione. Oggi ha rincarato la dose, chiarendo che qualora fosse eletto il suo primo atto sarebbe l’annullamento di tutti i decreti presidenziali sul tema dell’immigrazione passati dall’amministrazione Obama.
Sono circa undici milioni i clandestini che vivono negli Stati Uniti senza documenti regolari e per Trump c’è un’unica soluzione: cacciarli tutti. Nel frattempo chiarisce che per la sua campagna non ha intenzione di badare a spese: “Guadagno 400 milioni l’anno”, ha ricordato. Ed è pronto a spendere fino a un miliardo di dollari, facendo a meno dei finanziamenti delle lobby.
Almeno lui non si nasconde dietro a fondazioni di falsi buonisti ipocriti.

lunedì 17 agosto 2015

SE VINCO IO VIA TUTTI I CLANDESTINI

Il miliardario ha collezionato nelle ultime settimane una serie di frasi molto forti, soprattutto sull’immigrazione. Oggi ha rincarato la dose, chiarendo che qualora fosse eletto il suo primo atto sarebbe l’annullamento di tutti i decreti presidenziali sul tema dell’immigrazione passati dall’amministrazione Obama.
Sono circa undici milioni i clandestini che vivono negli Stati Uniti senza documenti regolari e per Trump c’è un’unica soluzione: cacciarli tutti. Nel frattempo chiarisce che per la sua campagna non ha intenzione di badare a spese: “Guadagno 400 milioni l’anno”, ha ricordato. Ed è pronto a spendere fino a un miliardo di dollari, facendo a meno dei finanziamenti delle lobby.
Almeno lui non si nasconde dietro a fondazioni di falsi buonisti ipocriti.

BERLUSCONI A RENZI: PENSI ALL’ECONOMIA

Il Cavaliere stupito dalle ipotesi sul possibile patto per le riforme. "Piuttosto che sul listino per i senatori ora si concentri sui conti"  - «Ora basta col tormentone Nazareno sì, Nazareno no sulle riforme. Renzi, piuttosto, pensi all'economia che è meglio».
Il Cavaliere da Villa Certosa in Sardegna non nasconde il suo fastidio per i continui retroscena letti sui quotidiani, molti dei quali lo descrivono all'inseguimento del premier, bramoso di siglare chissà quale patto. Falso. Il Cavaliere, invece, sulle riforme costituzionali prende atto del momento di difficoltà di Renzi, impantanato dai veti della minoranza del Pd e rileva con favore i corteggiamenti che iniziano a partire da ambienti renziani. Uno su tutti: l'intervista del renzianissimo Roberto Giachetti che apre alla possibilità di modificare l'Italicum concedendo il premio alla coalizione anziché alla lista. Altro segnale: il senatore Tonini che si dice pronto a risedersi a un tavolo con Forza Italia. Per ora, tuttavia, siamo soltanto alle chiacchiere agostane e non è ancora chiaro cosa vuol fare realmente il premier. Vuole l'accordo? Sa cosa deve fare. Vuole andare alla conta in Senato? Si accomodi pure, si farà male da solo. Ma più che all'annoso dibattito sul nuovo Senato, che pure considera importante, il Cavaliere infilza il premier sull'economia. Gli ultimi dati dell'Istat sulle previsioni del Pil sostengono il ragionamento del leader di Forza Italia: «Renzi, piuttosto che pensare al listino con cui eleggere i nuovi senatori, si concentri su come far ripartire l'economia. Sulla crescita restiamo il fanalino di coda dell'Europa». Seppur non direttamente ma attraverso i suoi uomini Berlusconi boccia il governo: è la ricetta del governo che non funziona. Servirebbe una cura choc con draconiani tagli alle tasse e alla spesa pubblica ma un governo di sinistra non lo potrà mai fare. Questa l'analisi dell'ex premier stupito che esponenti della maggioranza esultino per dei dati così drammatici. Il consigliere politico di Berlusconi, Giovanni Toti, commenta così via twitter: «Pil crescita dello zero-virgola. Politica economica #governo sbagliata! Bisogna abbassare le tasse! Basta proclami e promesse, servono fatti». E pure Brunetta affonda il colpo: «Abbiamo un acquisito dello 0,4% ed è a rischio persino quel misero 0,7% di crescita che si era ipotizzato. Siamo ancora gli ultimi in Europa. Non si cresce e senza crescita non c'è occupazione». E pure Daniela Santanchè affonda il colpo: «Renzi può raccontare tutte le balle spaziali di questo mondo, ma i numeri parlano chiaro: il Pil nel secondo trimestre ha registrato una flessione positiva così contenuta da far ridere i polli. Alla faccia delle riforme e di quanto è bello e bravo il governo, l'Italia è ferma, bloccata, impaurita e incapace di riprendersi». Mariastella Gelmini, invece, sottolinea un altro aspetto a cui l'ex premier tiene molto e che considera il male principe del Paese: la spesa pubblica. Gelmini incalza: «Non dobbiamo dimenticare di porre il Pil in relazione al debito pubblico, che non registra ancora riduzioni significative, dopo l'aumento record di aprile».

BERLUSCONI A RENZI: PENSI ALL’ECONOMIA

Il Cavaliere stupito dalle ipotesi sul possibile patto per le riforme. "Piuttosto che sul listino per i senatori ora si concentri sui conti"  - «Ora basta col tormentone Nazareno sì, Nazareno no sulle riforme. Renzi, piuttosto, pensi all'economia che è meglio».
Il Cavaliere da Villa Certosa in Sardegna non nasconde il suo fastidio per i continui retroscena letti sui quotidiani, molti dei quali lo descrivono all'inseguimento del premier, bramoso di siglare chissà quale patto. Falso. Il Cavaliere, invece, sulle riforme costituzionali prende atto del momento di difficoltà di Renzi, impantanato dai veti della minoranza del Pd e rileva con favore i corteggiamenti che iniziano a partire da ambienti renziani. Uno su tutti: l'intervista del renzianissimo Roberto Giachetti che apre alla possibilità di modificare l'Italicum concedendo il premio alla coalizione anziché alla lista. Altro segnale: il senatore Tonini che si dice pronto a risedersi a un tavolo con Forza Italia. Per ora, tuttavia, siamo soltanto alle chiacchiere agostane e non è ancora chiaro cosa vuol fare realmente il premier. Vuole l'accordo? Sa cosa deve fare. Vuole andare alla conta in Senato? Si accomodi pure, si farà male da solo. Ma più che all'annoso dibattito sul nuovo Senato, che pure considera importante, il Cavaliere infilza il premier sull'economia. Gli ultimi dati dell'Istat sulle previsioni del Pil sostengono il ragionamento del leader di Forza Italia: «Renzi, piuttosto che pensare al listino con cui eleggere i nuovi senatori, si concentri su come far ripartire l'economia. Sulla crescita restiamo il fanalino di coda dell'Europa». Seppur non direttamente ma attraverso i suoi uomini Berlusconi boccia il governo: è la ricetta del governo che non funziona. Servirebbe una cura choc con draconiani tagli alle tasse e alla spesa pubblica ma un governo di sinistra non lo potrà mai fare. Questa l'analisi dell'ex premier stupito che esponenti della maggioranza esultino per dei dati così drammatici. Il consigliere politico di Berlusconi, Giovanni Toti, commenta così via twitter: «Pil crescita dello zero-virgola. Politica economica #governo sbagliata! Bisogna abbassare le tasse! Basta proclami e promesse, servono fatti». E pure Brunetta affonda il colpo: «Abbiamo un acquisito dello 0,4% ed è a rischio persino quel misero 0,7% di crescita che si era ipotizzato. Siamo ancora gli ultimi in Europa. Non si cresce e senza crescita non c'è occupazione». E pure Daniela Santanchè affonda il colpo: «Renzi può raccontare tutte le balle spaziali di questo mondo, ma i numeri parlano chiaro: il Pil nel secondo trimestre ha registrato una flessione positiva così contenuta da far ridere i polli. Alla faccia delle riforme e di quanto è bello e bravo il governo, l'Italia è ferma, bloccata, impaurita e incapace di riprendersi». Mariastella Gelmini, invece, sottolinea un altro aspetto a cui l'ex premier tiene molto e che considera il male principe del Paese: la spesa pubblica. Gelmini incalza: «Non dobbiamo dimenticare di porre il Pil in relazione al debito pubblico, che non registra ancora riduzioni significative, dopo l'aumento record di aprile».

giovedì 13 agosto 2015

RENZI STA PER FARCELA: ANCORA POCO, E HA VINTO. HA DISTRUTTO L’UNIONE EUROPEA…

Alla fine, Matteo Renzi sta per farcela: manca ormai davvero pochissimo è c’è riuscito a distruggere l’Unione europea. Là dove neppure le più rosee aspettative di Matteo Salvini si sarebbero spinte, il signor Renzi, grazie alla sua pazzesca politica sull’immigrazione, sta per ottenere un risultato storico: la devastazione dell’intera Ue. C’è poco da discutere: la Francia ha abolito Schengen, la Gran Bretagna ha militarizzato i confini, inasprito come mai in passato le leggi che puniscono l’immigrazione clandestina e chi la facilita guadagnandoci, l’Ungheria ha ricostruito il “muro” sui confini, l’Austria rigetta in Italia qualsiasi etracomunitario senza documenti in regola provi a varcare le sue frotiere, la Repubblica Ceca ha detto basta e chiuso a ogni possibilità di nuovi campi per immigrati, la Germania è sul punto di esplodere, tanto da aver iniziato a costruire tendopoli in mezzo ai campi, e ne riparliamo questo inverno, quando le temperature scenderanno parecchio sotto zero, la Spagna se possibile ha alzato ancora l’altezza dei reticolati sul confine con l’Africa, la Svizzera è diventata una specie di fortezza, ma la Svizzera non fa testo perchè non è nella gabbia Ue, però fa tendenza, dato che la medesima rigidità ormai impera in tutta l’Europa centrale e del nord. Ma il vero grande risultato di Renzi è d’aver ottenuto che l’Italia sia considerata adesso da tutte le cancellerie della Ue alla stregua di una nazione appestata governata da un pazzo che la sta gonfiando di clandestini disperati pronti a tutto, tanto che addirittura nella Grecia di Tsipras la polizia ha caricato i “migranti” che a migliaia non volevano essere “trasferiti”.Uno sconquasso simile in Europa non si vedeva dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Ed è tutto merito di Renzi

mercoledì 12 agosto 2015

RENZI KO, Brunetta: “Ora serve una grande coalizione”


Intervista a RENATO BRUNETTA di Antonella Coppari sul Quotidiano Nazionale
“Comunque vada a finire il premier non ha futuro. Per Renzi è una situazione lose-lose”. 11  Scusi, presidente. Brunetta?  “Comunque andrà a finire lo scontro sulle riforme, lui perde”.  La battaglia al Senato è strumentale? L`obiettivo della minoranza Pd è far fuori il premier?  “Senza ipocrisia, noi vogliamo far fuori il premier. Questa è la linea di Forza Italia, che vede in lui una iattura per il Paese. Penso che la parte più consapevole del Pd abbia questa visione”. Spesso la minoranza Pd nel momento chiave si è sciolta. Stavolta andrà fino in fondo? “E` l’ultima chance che ha, l`ultimo treno per Yuma. Per noi è diverso: siamo all`opposizione e conduciamo da lì la battaglia”.  Sia sincero: boccerete qualsiasi mediazione? “Beh, no. Saremmo ben felici se il premier dicesse che mi sono sbagliato, i senatori vanno eletti, se aggiungesse che ci vuole il premio alla coalizione nell`Italicum e non alla lista, se insomma venisse sulle nostre posizioni. È chiaro che il Renzi 2 sarebbe un Renzi morto”.  Tanto vale per lui cercare i voti altrove sulle sue proposte.  “Anche se facesse la faccia feroce, costringendo il presidente Grasso a mille acrobazie, non ne uscirebbe vincitore perché avrebbe di fronte un Parlamento devastato e un Paese con l`amaro in bocca. Ha fatto il deserto e l`ha chiamato riforme, parafrasando Tacito. Si è spinto troppo oltre con la sua arroganza. In Europa l`hanno sgamato, ora anche in Italia tutti hanno scoperto che il re è nudo”. Ottenendo il premio alla coalizione per l`Italicum non votereste il bicameralismo, offrendo a Renzi una via d`uscita?  “No. Le due cose stanno insieme”. Romani sembra tessere la tela del nuovo Patto del Nazareno mentre lei la disfa.... “Figuriamoci. All`ultimo consiglio nazionale di Forza Italia abbiamo approvato all`unanimità un documento in cui si richiede il Senato elettivo e la modifica dell`Italicum insieme”. Con Verdini la maggioranza si è allargata. “Mettiamola così: da un punto di visto politico, con la sua maggioranza democratica, i transfughi di Alfano e quelli di Verdini, Renzi non può cambiare la Costituzione in modo tanto dirompente. Al capo dello Stato vorrei ricordare le parole che diceva quando si trattò di votare la riforma costituzionale del centrodestra. Lui, all’epoca deputato, lamentava l`involuzione autocratica di

martedì 11 agosto 2015

IL GOVERNO NON HA I NUMERI

Mattarella convochi Renzi al Quirinale, gli chieda conto della sua non maggiorana. Il deficit è strutturale, non è contingente

lunedì 10 agosto 2015

SE 176 SEMBRAN POCHI…….

Nel novembre 2011 per molto meno, senza alcuna bocciatura, ed anzi dopo un voto favorevole della Camera, il Presidente Napolitano convocò Silvio Berlusconi e gli impose le dimissioni.
Ora, con scarsissima sensibilità istituzionale e personale, il Presidente emerito Napolitano cerca di precostituire una strada per il suo successore, chiedendo con il suo silenzio di avallare una sorta di moral suasion di un Quirinale ombra. Inutile che il premier faccia riferimento alle 46 fiducie fin qui ottenute. Proprio il numero esagerato dice che Renzi ha dovuto piegare costantemente con la logica della prova di forza la propria maggioranza. Ha dovuto farlo su questioni secondarie e dopo aver in ogni modo impastato compromessi non da governo serio, ma da non-governo.
UN NON-GOVERNO CONCLAMATO CHE VUOLE IMPORCI UN'AUTOCRAZIA. VEDI ALLA VOCE EUGENIO SCALFARI. Quello di Renzi è oggi un non-governo conclamato, tirarne in lungo la sua esistenza significa lasciar sprofondare l'Italia nel disastro, nel non-essere. La realtà che ci assedia da ogni parte impone una decisione che non può farsi imporre la tregua dal generale agosto. Come dimostrano i tentativi dalla parte della non-maggioranza (vedi Zanda e Martina), il tentativo è di nascondere nella carta colorata della disponibilità al cambiamento un vero e proprio imbroglio.
L'editoriale odierno di Eugenio Scalfari è incontrovertibile sulla questione del disastro per la nostra democrazia contenuto nel combinato disposto di Senato non elettivo, ridotto a dopolavoro senza peso e senza dignità, e una legge elettorale che porterebbe il Paese fuori dal novero dei Paesi occidentali, nel territorio oscuro della autocrazia.

venerdì 7 agosto 2015

SODDISFAZIONE DOPPIA


Per il tavolo di coesione nazionale e per la Rai. Nell'uno e nell'altro caso il governo ha dovuto accettare come vincenti le nostre proposte. Nessun nuovo Nazareno, ma consapevolezza di un metodo che privilegia l'interesse nazionale su quello di fazione. E la prova che senza Forza Italia Renzi non può combinare niente di buono

mercoledì 5 agosto 2015

DALLA FINE DEL NAZARENO IL GOVERNO NON HA I NUMERI. ORA SERVE UNA “GROSSE KOALITION”


Intervista a RENATO BRUNETTA su il Corriere della Sera . «Questo governo ha fondamenta fragilissime. Renzi ha bisogno di difendersi giorno per giorno dagli eterni gufi, dai 25o 29 senatori del suo Pd che lo aspettano al varco... Siamo alla quarantacinquesima fiducia, il clima è pesante: che tipo di riforme possono venir fuori da una situazione così?». Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera, ripete da tempo che «prima Matteo Renzi se ne va, meglio è».
Ed è anche sempre più convinto che, qualora si verificasse la circostanza, servirebbe un esecutivo di Grande coalizione? «Angela Merkel, nel settembre 2013, ha preso il 41,5 per cento dei consensi, e non ha ottenuto la maggioranza assoluta per 5 voti. Dopo 2 mesi e un documento di 185 pagine, ha costruito la Grosse Koalition con i socialdemocratici che tuttora governa in modo stabile e credibile la Germania». L`Italia ha meccanismi elettorali diversi. «Pochi mesi prima delle ultime elezioni tedesche, in Italia il centrosinistra ha vinto con uno scarto dello 0,37 per cento. Scattò il premio di maggioranza alla Camera e nessuno a sinistra ipotizzò una Grande coalizione. Poi sia centrodestra che centrosinistra si sono sfasciati e, da allora, è instabilità totale». Eppure c`è stato un periodo di larghe intese, con Enrico Letta a Palazzo Chigi. «Sì, ma è finito presto a causa della violenta decadenza di Berlusconi da senatore, della prima scissione di Forza Italia a cura degli alfaniani e dell`avvento di Renzi». Con il quale, però, avevate siglato il patto del Nazareno. «Il Nazareno era

SILVIO BERLUSCONI AL CONSIGLIO NAZIONALE DI FORZA ITALIA: “ IL 5 AGOSTO LANCIO ALTRA ITALIA”

"Ora che ci siamo liberati dei professionisti della politica possiamo andare avanti nella realizzazione di un centrodestra unito, perché uniti siamo sopra il centrosinistra". Lo ha detto, secondo quanto viene riferito, Silvio Berlusconi, parlando al Consiglio nazionale di Forza Italia riunito nella sede del partito. "Sono il presidente onorario di Forza Italia, e ForzaItalia fa parte della mia vita e spero di morire ancora da presidente del partito senza lasciare indietro nessuno, perché io h forte in me il senso dell’amicizia e della riconoscenza, e non dividerò mai la mia strada da nessuno di voi".

Continua Silvio, che annuncia un nuovo progetto: "Il nostro primo obiettivo è portare Forza Italia sopra il 20 per cento, poi costruiremo l'Altraitalia che non è di sinistra e che rappresenta la maggioranza del Paese". Il Consiglio nazionale del partito ha approvato il documento elaborato oggi dall’ufficio di presidenza, che delinea la strategia politica per i prossimi mesi, con alcuni passaggi di rilievo in materia di riforme, economia e giustizia. Tra i punti: il limite di tre anni per i ruoli e gli incarichi di partito e obbligo di rispettare la parità di genere. Domani darò vita ad una fondazione con 20 campioni della società civile", riferiscono le fonti.

martedì 4 agosto 2015

L’ULTIMA SENTENZA DI MATTARELLA: PENSIONE D’INVALIDITA’ ANCHE AGLI IMMIGRATI SENZA CARTA DI SOGGIORNO

Tra i firmatari della sentenza numero 22 depositata il 27 febbraio ci sono Sergio Mattarella e Giuliano Amato. Il relatore era Paolo Grossi. La decisione della Corte costituzionale, che risale al 27 gennaio, è l'ultimo "atto" da giudice della Corte costituzionale del neo presidente della Repubblica. La chiamata al Quirinale è, infatti, arrivata il 13 gennaio, quattro giorni dopo appunto.
Come racconta Libero, prima di lasciare la Consulta, Mattarella ha sentenziato che è discriminante (e, quindi, incostituzionale) escludere da prestazioni assistenziali, come l’indennità di accompagnamento, gli immigrati anche quando questi sono sprovvisto della carta di soggiorno, un particolare permesso di soggiorno a tempo indeterminato che può essere richiesto solo da chi possiede un permesso in corso di validità da almeno cinque anni. La Consulta accogli così il ricorso alla Corte d’appello di Bologna di un cittadino pakistano che nel 2009 si era appellato al tribunale di Reggio Emilia per vedersi riconosciuto il diritto alla pensione ed all’indennità di accompagnamento in quanto "cieco civile con residuo visivo non superiore a 1/20 in entrambi gli occhi". L’Inps si era opposto perché, sebbene fosse legalmente in Italia, all'immigrato mancava la carta di soggiorno.
Con la sentenza firmata anche da Mattarella, la Consulta stabilisce che anche gli immigrati senza la carta di soggiorno hanno non solo diritto alla pensione ma anche alle indennità accessorie. La vicenda apre ora una voragine. Quanti sono, infatti, gli stranieri senza carta di soggiorno, ma legalmente presenti in Italia, che nei prossimi mesi faranno domanda all'Inps per godere della pensione di invalidità? Non solo. C'è, infatti, un atro problemino: non è necessario che sia stata contratta o diagnosticata in Italia. Quanto costerà questo scherzetto alle casse dell'istituto di previdenza? La sentenza potrebbe incidere pesantemente sui conti già traballanti dell’istituto pubblico.

lunedì 3 agosto 2015

Nell'ultimo triennio cè stato un “incremento progressivo della pressione fiscale” comunale, passata dai 505,5 euro del 2011 ai 618,4 euro pro capite del 2014, +22%. Lo scrive la Corte dei Conti nella relazione sulla finanza locale. “I livelli massimi di riscossione tributaria” si registrano nei Comuni con più di 250mila abitanti, dove arriva a 881,94 euro a testa. Adesso, a noi non piace vincere facile, come dice un noto spot televisivo, ma chi governava il Paese fino a novembre del 2011? Un certo signore che di nome fa Silvio Berlusconi. E chi ha governato il Paese dal 2011 ad oggi? Tre signori che di nome fanno Mario Monti, Enrico Letta e Matteo Renzi, e che nessun italiano ha scelto per questo delicato ruolo. 
Tre governi non eletti, tre governi delle tasse. 
Davvero un bel primato…


Ma torniamo alla fredda oggettività dei numeri della Corte dei Conti. La dinamica delle entrate locali, scrivono i magistrati contabili, è dovuta principalmente a “due fenomeni: il deterioramento del quadro economico,   con effetti penalizzanti soprattutto sul gettito risultante dalle più ridotte basi imponibili” e dalle “numerose manovre di risanamento della finanza pubblica, i cui effetti prodotti dal disorganico e talvolta convulso succedersi di interventi sulle fonti di finanziamento degli enti locali hanno determinato forti incertezze nella gestione dei bilanci e nella formulazione delle politiche tributarie territoriali”. A pagare di più, in generale, sono i cittadini che abitano nei Comuni più grandi, da un lato, e in quelli piccoli o piccolissimi, sotto i duemila abitanti Guardando alle entrate per „macro aree, la Corte dei Conti osserva che “gli anni 2012 e 2014 segnano, in generale, livelli molto elevati di incassi da tributi, con punte particolarmente accentuate nelle Isole, dove il livello raggiunto nel 2014 risulta quasi doppio rispetto al 2011, con un incremento del 93,62%”. Le Isole e il Sud sono anche le aree dove maggiore è stata la riduzione dei trasferimenti (rispettivamente -49,5% e -34,6% tra 2011 e 2014). Una bella fotografia della situazione italiana, non cè che dire. Ci chiediamo e chiediamo con rispetto ma determinazione: ma cosa hanno fatto i governi che si sono succeduti dal 2011 ad oggi per tentare di risanare una situazione insostenibile? Cosa ha fatto Monti? Cosa ha fatto Letta? Cosa ha fatto e cosa sta facendo Renzi? Evidentemente nulla. E il costo di questo inesorabile declino lo pagano sempre i cittadini  le imprese. Più tasse, anche e soprattutto a livello locale, e meno servizi. Altro che rivoluzione copernicana…