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mercoledì 6 aprile 2016

PERCHE’ BOERI NASCONDE LE PENSIONI PUBBLICHE

Il fotogenico presidente dell’Inps è tornato a suonare il suo ritornello: chiedere un contributo di solidarietà alle pensioni più alte. Quelle private, s’intende. Quelle pubbliche, mai. Boeri ci ha rivelato l’ultimo scandaloso privilegio che i conti Inps alimentano: 475 mila italiani  percepiscono la pensione da 36 anni. A questi – che hanno il torto di essere ancora vivi – Boeri pensa di chiedere “un contributo di solidarietà” – però, leggo dalla stampa, “escluse le baby pensioni degli statali”. Boeri esenta dal contributo di solidarietà gli statali che prendono la pensione non da 36, bensì da 43 anni. Sono statali quasi tutti: 425 mila. A loro la legge Rumor del ’73 consentì di andare in pensione dopo 14 anni 6 mesi un giorno se donne sposate, 20 anni, dopo 25 i dipendenti degli enti locali. Vent’anni di ”lavoro”, e quarantatré di ozio pagato, senza contare il secondo lavoro (magari nero) che probabilmente hanno fatto per ammazzare il tempo, sottraendolo ad altri. “Ci sono 16.953 fortunatissimi baby pensionati che si sono ritirati a 35 anni e che restano in pensione quasi 54 anni”. Quanto è la loro pensione? Prendono, in media, 1500 euro mensili. Un regalo totale in confronto ai contributi versati (o non versati affatto, da parte dello Stato loro datore di lavoro): in pratica, ricevono soldi senza copertura, pagati da noi. Quanti? noi contribuenti versiamo a questi ex pubblici 7,43 miliardi ogni anno.
Tanto ci costano: una mezza finanziaria annua. Oltre il 5% della spesa Inps per pensioni serve a coprire l’esborso peri baby pensionati. Secondo Confartigianato, i baby-pensionati pubblici (8 su 10) e privati (2 su 10) costano allo Stato “ circa 163,5 miliardi, una «tassa» di 6630 euro a carico di ogni lavoratore”  pagante.   Il conto è presto fatto: siccome baby-pensionati ricevono la pensione per quasi 16 anni in più del pensionato medio Inps,  la maggior spesa pubblica  cumulata per  gli anni di pensione  eccedenti la media arriva già a 148,6 miliardi; poi si devono aggiungere i mancati introiti per contributi non versati dai baby-pnsionati del privato, e fanno   altri 14,8 miliardi di euro.  Così si arriva a 163,5 miliardi. Si tenga presente  – per avere un dato di confronto –   che la spesa complessiva annua per le

lunedì 28 marzo 2016

AAA…. VENDESI: L’ITALIA DIVENTA PROVINCIA D’ARABIA


I capitali degli sceicchi stanno acquisendo i centri del potere finanziario e industriale Banche, fashion, immobili, turismo, energia e quartieri storici delle grandi città

Si sono affacciati con curiosità poi siccome l’appetito vien mangiando hanno cominciato ad accaparrarsi dei gioielli più appetitosi e strategici del made in Italy. Quella dei ricchissimi arabi è diventata una sorta di bulimia: moda, immobili, hotel, banche e grande imprese strategiche dall’energia alla difesa fino a quel simbolo italiano che è l’Alitalia. Un’attenzione che viene da lontano. Guadagnò grandi titoli sui giornali nel 1976 la mossa della Lafico, la holding finanziaria di Muhammar Gheddafi, entrata in Fiat con i petrodollari rilevando quasi il 10%. «I libici? Si comportano come banchieri svizzeri» aveva detto Giovanni Agnelli. La quota è poi stata progressivamente ridotta fino in pratica ad azzerarsi.
Negli ultimi dieci anni è stata una corsa ad accaparrarsi i pezzi migliori dell’Italia. Tanti avamposti economici che preludono ad una colonizzazione culturale anche se, da abili strateghi, gli arabi procedono con circospezione. Una volta messe le mani sul bottino lasciano ai piani alti la dirigenza italiana ma le decisioni vengono prese ad Abu Dhabi o a Dubai. Non è difficile pensare che i legami finanziari possano avere un risvolto politico. Così inseguendo la rete dei finanziamenti dell’Isis da mesi le attenzioni sono concentrate su Kuwait, Qatar e Arabia Saudita. Non che siano questi paesi a foraggiare direttamente l’organizzazione, ma gruppi al loro interno che comunque impongono di mantenere una certa attenzione sull’area. E da tempo l’Italia ha stretti affari con il mondo arabo. Insomma il mondo islamico non è poi così lontano da noi e non è solo quello dei poveri immigrati a caccia di lavoro ma dei grandi capitali. Approfittando della crisi economica e quindi della maggiore disponibilità del governo ad aprire le frontiere ai capitali esteri, gli emiri si sono gettati a capofitto nel business che può offrire il nostro Paese e a prezzi stracciati. Il loro è uno shopping sistematico e tentacolare che nell’arco di una decina d’anni ha superato i cinque miliardi di euro. Ma la potenza di fuoco finanziaria degli sceicchi è tale che si fa fatica anche a descriverla. Solo i fondi sovrani dei Paesi del Golfo, gli organismi statali che hanno

domenica 10 gennaio 2016

RENZI, FORZA ITALIA E IL VOTO. IL RILANCIO DI BERLUSCONI

L'intervista al Cavaliere: "Con Renzi la democrazia è sospesa, torniamo alle urne. Forza Italia porterà il centrodestra al 40%"
Alessandro Sallusti - Silvio Berlusconi ci accoglie sulla soglia di casa sua ad Arcore: «Grazie della visita e buon anno a lei e ai lettori del Giornale». Sul tavolino del salotto ci sono ancora le carte di una riunione appena conclusa.
Presidente, che cosa si aspetta lei dal 2016?
«Sarà l'anno della battaglia contro il regime della sinistra che ha sospeso la democrazia».
La sua è un'affermazione molto grave, che lei ripete con frequenza, eppure l'attuale governo ha i voti del Parlamento italiano.
«È proprio questo il paradosso. Le formalità della Costituzione sono state rispettate, ma la sostanza è stata profondamente tradita, fin dal suo primo presupposto. L'art. 3 dice che la sovranità appartiene al popolo: eppure l'ultimo governo scelto dal popolo italiano è stato il nostro nel 2008. Poi, solo manovre di palazzo, complotti internazionali e processi politici a sostegno della sinistra che non ha mai avuto dalla sua la maggioranza dai cittadini. Quando mai gli italiani, anche gli elettori di sinistra, hanno votato Monti, Letta o Renzi? Per questo ho parlato di due colpi di Stato recenti, quello che ha abbattuto il mio governo e quello che ha portato Renzi a governare grazie al voto di eletti del centrodestra che hanno tradito i loro elettori e a un premio di maggioranza che la stessa Corte costituzionale ha dichiarato illegittimo. Con il risultato di un governo non solo non votato dal popolo ma contro il voto del popolo. E come se tutto questo non bastasse...».
Perché, c'è di peggio?
«C'è che il candidato premier del centrodestra, che ha sempre raccolto, dal 1994 a oggi, i voti di molti milioni di italiani, è stato cacciato dal Parlamento prendendo a pretesto una sentenza politica infondata e addirittura paradossale e applicando in modo retroattivo una legge incostituzionale come la Severino. Questo non è mai accaduto in nessuna democrazia occidentale. E quello che sconcerta di più è che nessuno sembra avere consapevolezza di questa situazione non democratica. La coltre di silenzio e di conformismo della politica, della cultura, dell'informazione, è pressoché assoluta».
Come pensa si possa uscire da uno scenario così grave?
«In un solo modo: con lo scioglimento delle Camere e con nuove elezioni. Anche il referendum sulla riforma costituzionale, sarà un banco di prova per Renzi e dimostrerà che la maggioranza degli elettori non vota a sinistra».Ne è davvero certo, Presidente? Se è così, perché Forza Italia nelle elezioni amministrative della prossima primavera non vuole correre con il suo simbolo? È una scelta che sembra dettata dalla paura, dalla voglia di non contarsi.«L'idea che Forza Italia non presenti il suo simbolo è semplicemente assurda. Mi chiedo se qualcuno possa davvero aver pensato una sciocchezza come questa. Ovviamente il nostro simbolo ci sarà e ci sarà per vincere. Il mio impegno è riportare Forza Italia sopra il 20% per vincere le elezioni con il centrodestra superando al primo turno il 40% dei voti».
Pensa di ottenere questo risultato con lei rintanato tra Arcore e Palazzo Grazioli?
«Nei mesi scorsi mi ero autoimposto il silenzio in attesa che la Corte europea, con la sentenza che mi riguarda, facesse finalmente giustizia, annullando una sentenza politica, paradossale e vergognosa della magistratura italiana. Mi era sembrata una questione di stile e di rispetto per le istituzioni».
E ora invece?

venerdì 8 gennaio 2016

ZITTI ZITTI, GLI EURO BUROCRATI SI SONO AUMENTATI LO STIPENDIO ADDIRITTURA CON VALORE RETROATTIVO DA LUGLIO 2015 (LADRI)

Per i burocrati parassiti dell’Unione Europea, non serve festeggiare il Natale, perché per loro è Natale tutto l’anno. Se per molti italiani questo Natale 2015 è stato misero lo stesso non si può dire per questi parassiti di Bruxelles i quali non hanno perso occasione di garantirsi prima delle festività natalizie un aumento di stipendio del 2,4%. Buon Natale e sopratutto Buon Anno, vero?
La cosa più interessante e’ che questo aumento e’ addirittura retroattivo, per cui a fine anno hanno ricevuto un bonus in contanti dall’amministrazione dell’Unione Europea che ha tenuto conto degli aumenti a cui hanno avuto diritto da Luglio 2015 (!) e complessivamente tale aumento costerà ai contribuenti di tutta la Ue – italiani inclusi – qualcosa come 100 milioni di euro in più all’anno.
Com’e’ facile immaginare il primo a essersi premiato è stato il presidente della commissione europea Jean-Claude Junker il quale ha ottenuto per Natale un premio di 3679 euro e nel 2016 avrà un aumento dello stipendio che farà morire di rabbia tutti coloro che stanno soffrendo per via delle misure di austerità volute dall’UE.
Infatti nel 2016 Junker avrà un aumento di stipendio di 6348 euro così che il totale guadagnato sarà di 316.466 euro, superiore a quello del primo ministro britannico David Cameron e questo non è che l’inizio. Infatti a questo vanno aggiunti 47.019 euro di indennità residenziale e 16.986 euro di rimborsi spese e poi quando lascerà l’incarico riceverà una indennità di aggiustamento di 26.121 euro più un’indennita’ di transizione di 125.386 euro per 3 anni e una pensione di 66.374 euro che potrà incassare dopo i 65 anni.
A rivelare questi dati e’ stato il Daily Mail il quale li ha usati per convincere i cittadini britannici della necessità di uscire dalla UE e il leader dello UKIP Nigel Farage non si e’ fatto scappare l’opportunità’ di commentare negativamente su questo spreco inaccettabile di denaro pubblico.

domenica 11 ottobre 2015

CONFINDUSTRIA EMILIA ROMAGNA SOSTIENE L’ E 55. CONCORDA FORZA ITALIA RAVENNA, NONOSTANTE LA SCELTA NEGATIVA DEL PD, ASSENTE FORZA ITALIA EMILIA ROMAGNA


Nei mesi scorsi Confindustria Romagna ha preso una posizione molto chiara a proposito dello sviluppo del porto di Ravenna, sottolineando la necessità di un progetto per l’escavo dei fondali che fosse realistico e teso ad assicurare una maggiore competitività a tutta l’economia romagnola.
Nel ribadire le preoccupazioni per i ritardi che si stanno accumulando nell’approfondimento dei fondali, Confindustria Romagna pone attenzione alla decisione del Governo di abbandonare il progetto del collegamento stradale E55 da Civitavecchia a Venezia. Il progetto risale al 1992, 23 anni dopo si sta ancora discutendo della sua validità o meno. Ciò testimonia che, sulle infrastrutture, il nostro Paese ha sofferto di lungaggini e discussioni spesso puramente ideologiche. Confindustria Romagna concorda con le prese di posizione preoccupate degli Enti locali romagnoli, perché si è sempre ritenuto vitale per lo sviluppo dell’economia dell’area vasta un miglioramento dei collegamenti stradali verso il Nord Est, attraverso Venezia.  Consapevole dell’importanza di un progetto strategico per l’area vasta romagnola come quello della E55, Confindustria Romagna ritiene che si debba dar corso con immediatezza alla realizzazione del tratto stradale Cesena-Ravenna-Ferrara, così come previsto nella progettazione della E55. Questo primo tratto dovrebbe, a nostro avviso, essere stralciato dalla precedente progettazione e reso cantierabile per dare la possibilità alle industrie della Romagna e al porto di Ravenna di avere quanto prima un efficiente collegamento verso il Nord Est.  Con l’accantonamento della E55, restano nelle casse dello Stato circa 10 miliardi stanziati per il piano di defiscalizzazione precedentemente connesso al project financing del progetto.  Riteniamo che una parte di questi fondi debba essere messa costantemente a disposizione per la manutenzione ordinaria e straordinaria della E45 da Ravenna-Cesena a Roma. Per quanto riguarda i collegamenti ferroviari, certamente molto importanti per consentire al nostro territorio di essere competitivo sul piano della logistica sulle tratte lunghe, osserviamo che nella pianificazione degli investimenti di RFI 2012/2016 non è previsto quasi nulla per la linea adriatica. Sarà perciò importante, quando si aprirà la discussione sugli investimenti che arrivano al 2020, concordare con RFI il potenziamento della linea, soprattutto per il trasporto merci. Paolo Maggioli - Presidente di Confindustria Romagna

mercoledì 5 agosto 2015

DALLA FINE DEL NAZARENO IL GOVERNO NON HA I NUMERI. ORA SERVE UNA “GROSSE KOALITION”


Intervista a RENATO BRUNETTA su il Corriere della Sera . «Questo governo ha fondamenta fragilissime. Renzi ha bisogno di difendersi giorno per giorno dagli eterni gufi, dai 25o 29 senatori del suo Pd che lo aspettano al varco... Siamo alla quarantacinquesima fiducia, il clima è pesante: che tipo di riforme possono venir fuori da una situazione così?». Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera, ripete da tempo che «prima Matteo Renzi se ne va, meglio è».
Ed è anche sempre più convinto che, qualora si verificasse la circostanza, servirebbe un esecutivo di Grande coalizione? «Angela Merkel, nel settembre 2013, ha preso il 41,5 per cento dei consensi, e non ha ottenuto la maggioranza assoluta per 5 voti. Dopo 2 mesi e un documento di 185 pagine, ha costruito la Grosse Koalition con i socialdemocratici che tuttora governa in modo stabile e credibile la Germania». L`Italia ha meccanismi elettorali diversi. «Pochi mesi prima delle ultime elezioni tedesche, in Italia il centrosinistra ha vinto con uno scarto dello 0,37 per cento. Scattò il premio di maggioranza alla Camera e nessuno a sinistra ipotizzò una Grande coalizione. Poi sia centrodestra che centrosinistra si sono sfasciati e, da allora, è instabilità totale». Eppure c`è stato un periodo di larghe intese, con Enrico Letta a Palazzo Chigi. «Sì, ma è finito presto a causa della violenta decadenza di Berlusconi da senatore, della prima scissione di Forza Italia a cura degli alfaniani e dell`avvento di Renzi». Con il quale, però, avevate siglato il patto del Nazareno. «Il Nazareno era

mercoledì 22 luglio 2015

IL BALLISTA. “TAGLIO LE TASSE, STATE SERENI”. MA NON HA PAGATO I DEBITI ALLE IMPRESE. APPLICATA L’IMU ALL’AGRICOLTURA….E TAGLIA LE PARTECIPATE? STEPRA CHI PAGA I 30MILIONI DI DEBITI….



L’annuncio che tanto aspettavamo è arrivato. Via le tasse sulla casa, tagli drastici alle altre imposte. Parola di Matteo Renzi. E qui l’entusiasmo scema, non per gufaggine ma per esperienza. Vorrei credere al presidente del Consiglio, come gli ho creduto quando ha promesso che mai e poi mai avrebbe alzato le tasse, che avrebbe fatto la riforma fiscale entro tre mesi dal suo insediamento. Vorrei credergli come gli ho creduto quando davanti a me, in una serata di Porta a porta di un anno fa, aveva giurato che entro lo scorso settembre avrebbe restituito alle imprese italiane tutti i soldi che attendono dallo Stato, o come quando ha messo per iscritto, perché le parole volano, che entro il maggio 2014 avrebbe abolito il Senato. Vorrei credergli come quando gli italiani tre mesi fa gli hanno creduto all’annuncio che l’Europa aveva accettato di condividere l’invasione di immigrati ma non era vero, come non era vera nessuna delle promesse sopracitate. Ma io, testardo, vorrei oggi credergli, come gli ha creduto Enrico Letta quando in una sera di gennaio gli ha detto davanti a milioni di Italiani: Enrico, stai sereno, il premier sei tu. Oppure come gli ha creduto Silvio Berlusconi quando gli ha detto: dài, facciamo il Nazereno, tu mi aiuti in parlamento e io condivido con te la scelta del presidente della Repubblica.
Vorrei, davvero vorrei credere che Renzi abbasserà le tasse. Gli avevo creduto quando annunciò poderosi tagli alla spesa pubblica che però non sono andati oltre la messa all’asta su internet di sette scassate auto blu di ex ministri mentre lui e famiglia hanno continuato a spostarsi in aereo o elicottero blu financo per andare in vacanza. Ero pure certo che avrebbe dato seguito all’annunciato giro di vite sulla moralizzazione della politica ma oggi faccio fatica a tenere il conto di sottosegretari indagati.
Quindi, a malincuore, devo ammettere che dopo tante delusioni, oggi io – ma in Italia siamo sempre di più – a Matteo Renzi non credo più. Basta con promesse postdatate che sanno di depistaggio per distrarre gli italiani da scandali e fallimenti che avvolgono governo e maggioranza. Purtroppo, sulle tasse, continuiamo a non stare sereni, come con le “partecipate”, a Ravenna STEPRA a 30milioni di debiti, pagano i responsabili o i soliti cittadini, state sereni……

mercoledì 15 luglio 2015

EXPO, IL CAVALIERE ALLA MOSTRA DI SGARBI TRA APPLAUSI E CORI ENTUSIASTI

Expo 2015 accoglie Silvio Berlusconi tra gli applausi e i cori entusiasti.

"Forza Milan". "Forza presidente". Turisti e visitatori entusiasti della presenzaa del Cav che ha visitato la mostra di Sgarbi
Con uno strappo rispetto a quanto previsto, l'ex premier, accompagnato da Vittorio Sgarbi e dal commissario unico di Expo Giuseppe Sala, si è concesso un bagno di folla lungo il Decumano. Poi ha fatto rotta alla mostra I Tesori d’Italia allestita negli spazi di Eataly dal celebre critico d'arte.
"Forza Milan". "Forza presidente". Mentre girava tra gli stand del padiglione di Eataly, la società di Oscar Farinetti che a Expo accoglie ristoranti tipici di tutte le Regioni d'Italia, e un cordone di polizia lo accompagnava passo passo, Berlusconi, in abito e camicia scuri, è stato accompagnato da veri e propri cori da stadio magnetizzando l'attenzione della maggior parte dei visitatori presenti. L'ex premier ha osservato le opere degli artisti italiani contemporanei presenti al primo piano del padiglione di Eataly sotto la guida di Sgarbi che gli ha illustrato le opere una a una, divise regione per regione. Il tutto mentre diverse centinaia di turisti e visitatori che, mentre stavano pranzando ai tavoli allestiti nel padiglione di Eataly, hanno osservato tra lo stupito e l'incuriosito la presenza del Cavaliere. Tra i più sorpresi gli stranieri, che non si aspettavano la presenza dell'ex premier.


martedì 14 luglio 2015

BERLUSCONI: TOUR DELLE CENTO PROVINCE, TI APETTIAMO


Nonostante la denigrazione infame, il nostro Presidente è ora in campo, pronto per rilanciare Forza Italia. Serve una grande mobilitazione, una “crociata di libertà”. Anche ieri, il Presidente ha confermato di volersi impegnare in prima persona per questo, con il “tour delle 100 province”: tornare in mezzo alle persone, ascoltare, convincere. Incontrare in giro per l’Italia gli imprenditori, gli artigiani, i lavoratori dipendenti, i commercianti, le partite Iva, i liberi professionisti. Ascoltare e dare risposte, convincendo ogni persona che non tutta la politica fa schifo, che c’è ancora chi sa impegnarsi concretamente per cambiare le cose e riportare l’Italia al ruolo che merita. Forza Italia  Ravenna, fondatori del 94, consiglieri e, tanti amici ti aspettano con immenso piacere, a presto Berlusconi!



venerdì 10 luglio 2015

GIUSTIZIA IN ITALIA: 200 DEPUTATI E SENATORI HANNO CAMBIATO GRUPPO ALCUNI SOSTENGONO IL GOVERNO RENZI, QUINDI PROCESSATELI TUTTI PER “PAR CONDICIO”.


Compravendita senatori: "Sentenza è atto di violenza politica" la sentenza del Tribunale di Napoli che ha condannato Silvio Berlusconi e Valter Lavitola per la compravendita dei senatori nel 2008. Tra le prime reazioni, c'è stata quella dell'ex Forza Italia Fabrizio Cicchitto che ha attaccato il doppiopesismo dei giudici: "Seguendo il meccanismo che ha portato alla condanna di Berlusconi, allora anche Cossiga avrebbe dovuto essere come minimo seriamente indagato quando spostò una trentina di parlamentari dal centro-destra all’Udr che poi fu fondamentale per la nascita del governo D’Alema che giustamente bombardò gli stragisti serbi. Quella fu una operazione provvidenziale e invece quella di Berlusconi un’operazione criminale". Sovietici - Il capogruppo al senato Renato Brunetta attacca più duramente una sentenza che appare come: "un inaccettabile atto di violenza politica. Il processo ricorda nel suo svolgimento le procedure staliniane, allorché il procuratore Vyšinski vedeva nel
dissidente un nemico da abbattere, un avversario da sconfiggere, un cane rabbioso da fucilare. La sentenza non avrà effetti perché il reato di corruzione è passato in prescrizione: "Il fatto che non abbia conseguenze penali - ha aggiunto Brunetta - non rende meno sconvolgente quel che è accaduto. Si vuole semplicemente giustiziare moralmente chi si oppone al potere assoluto di una casta. Non finisce qui"
SCANDALO A PIETRASANTA:Un governo non eletto  caccia un sindaco eletto
Al di là della defenestrazione da  sindaco di Pietrasanta di Massimo Mallegni (di centrodestra, naturalmente) con una interpretazione sui generis della legge Severino, devo convenire con lo  stesso amministratore che un  governo non eletto dal popolo  ha sospeso dalla sua carica un sindaco eletto dal popolo. Pazzesco. La sinistra ha un concetto  tutto suo di democrazia.
LEGGE SEVERINO La bella pantomima Renzi-De Luca
Decreto Renzi: De Luca non può  prendere possesso della carica di presidente della Regione  Campania (sotto sotto si sente sicuro che troverà qualche magistrato che annullerà quanto stabilito). De Luca: ricorre al magistrato che, ovviamente, essendo do dalla parte del PD mette in moto l’aiuto fraterno. Risultato: a tambur battente arriva la sospensione del decreto Renzi. E  tutto torna in ordine. Viva la giustizia giusta

 



mercoledì 8 luglio 2015

REFERENDUM


Il referendum può essere la nostra risposta a questa cattiva Europa. In Italia non si può? Cambiamo la Costituzione e il centrodestra su questo tema è compatto. Come dimostra la tabella sottostante, ben 22 Paesi europei adottano fin dagli anni ’70 il referendum come strumento cogente per esprimersi su materie europee, trattati e regolamenti Ue


martedì 7 luglio 2015

IL NO DELLA GRECIA


L’Unione europea deve cambiare. Da oggi si volta pagina, speriamo se ne accorga anche Renzi
In Grecia ha vinto la democrazia e adesso in Europa nulla sarà più come prima.
Adesso a Bruxelles e a Strasburgo si dovrà capire al più presto cosa non funziona più, cosa questa Europa a trazione tedesca ha sbagliato in tutti questi anni.
Occorre un nuovo inizio, con una nuova strategia inclusiva e che oltre al rigore abbia lo sviluppo e il benessere dei popoli come stella polare da seguire con assoluta determinazione.
Come si è arrivati a questo punto? Cosa ha portato il popolo greco ad esprimersi in modo così chiaro e per qualcuno eclatante nonostante i tanti ricatti cui è stato sottoposto?
Per spiegarlo ripropongo alcuni stralci della straordinaria lettera scritta dal Presidente Silvio Berlusconi a 'Il Giornale' lo scorso 2 luglio: “questa Europa sta facendo fallire il sogno europeo. Essere davvero europeisti significa prenderne atto, e dirlo con chiarezza. (...) L'Europa di fronte alla crisi si è rivelata clamorosamente inadeguata. Invece di offrire una speranza per la ripresa, per lo sviluppo, si è limitata a riproporre regole stupidamente rigide, che hanno peggiorato le difficoltà delle economie più fragili. Alla Grecia l'Europa ha chiesto, giustamente, di effettuare riforme strutturali, necessarie per quanto dolorose, ma al tempo stesso le ha negato l'ossigeno per farle.
(...) La formula adottata dalle istituzioni europee e internazionali di un rigore senza sviluppo, non soltanto non è accettata dai cittadini di molti Paesi europei, ma è avvertita – a torto o a ragione – come una scelta egoistica da parte dei Paesi più forti dell'Unione Europea.
Tagli alla spesa pubblica e crescita della tassazione, insieme, determinano inevitabilmente effetti recessivi, ed è quasi impossibile risanare i conti di un Paese che non cresce”.
Parole illuminanti scritte dal leader di Forza Italia quando ancora non si conosceva, naturalmente, l'esito del voto nel referendum greco. Parole quanto mai attuali oggi.
L'Europa ha sbagliato in questi anni, l'Europa deve cambiare. Da oggi si volta pagina.
Speriamo se ne accorga anche il Presidente del Consiglio (si fa per dire), Matteo Renzi.
RENATO BRUNETTA


martedì 30 giugno 2015

TUNISIA, LIONE, KUWAIT. “L’ISIS HA ACCERCHIATO IL MEDITERRANEO TRA SIMBOLISMO E STUDIO DEGLI OBIETTIVI”


 “Chi sostiene che si tratta di tre attacchi separati continua a non capire le strategie dello Stato Islamico. Questo è un triplice attentato, voluto, organizzato e pianificato. Dietro c’è grande programmazione e una forte componente simbolica. Ci stanno dicendo che stanno arrivando, o forse che sono già qui”. Marco Lombardi, responsabile di Itstime (Italian Team for Security, Terroristic Issues & Managing Emergencies) dell’Università Cattolica di Milano, è colpito dalla strategia messa in atto dagli uomini di Abu Bakr al-Baghdadi per infliggere un nuovo duro colpo ai nemici dell’autoproclamato califfato nel mese sacro per i musulmani: “Hanno scelto il Ramadan come punto di svolta – dice – per compiere un ulteriore passo in avanti nella loro manovra di accerchiamento del Mediterraneo. Sono stati scelti tre obiettivi apparentemente diversi, ma in realtà identici: tutti rappresentano i punti più sensibili dei tre Paesi colpiti dalla violenza jihadista”.




lunedì 29 giugno 2015

BERLUSCONI E' A DISPOSIZIONE DEL BENE COMUNE DOPO LA VISITA NELL'ALTAJ AL PRESIDENTE PUTIN. UN DELITTO NON COINVOLGERLO. NON PAROLE MA ATTI COMUNI


Berlusconi è di ritorno da una visita nell'Altaj, dal presidente della Federazione Russa: sarebbe un delitto disperdere questo patrimonio che è anzitutto italiano. Il coinvolgimento dell’ex premier è esplicitamente richiesto dal dispositivo votato alla Camera. Eccolo. “La Camera impegna il governo:
ad istituire un tavolo di coesione nazionale per l'emergenza immigrazione e per le crisi internazionali in atto, che coinvolga i rappresentanti dei governi che hanno maturato un'esperienza nel passato, e le forze politiche di buona volontà”.
Forza Renzi, attiva questo strumento della coesione nazionale e noi in un istante siamo lì, con le nostre idee e la nostra buona volontà. La nostra è una sfida. Non foto, no parole, ma atti comuni.



venerdì 26 giugno 2015

MAFIA CAPITALE


Marino se ne vada, perché l'onestà politica non sa cosa sia. Noi garantisti davanti alla questione morale di Renzi e delle Coop. Conflitto di interessi, finanziamento ai partiti, preferenza. Ecco i temi da affrontare. Dando ai romani la speranza nella democrazia.


lunedì 18 maggio 2015

RENZI NEI GUAI


Come i conti alla fine demoliranno Renzi. Il debito pubblico cresce, le Province abolite sono una finzione, sulle pensioni si sta elaborando la rapina del secolo. La scuola: scontro per finta. Non c’entrano i contenuti, ma solo la lotta interna al Pd. E chi ci rimette è chi vuole una scuola seria
Renzi in un mare di guai. Non bastassero i dati ballerini che adesso i sondaggi sulle regionali ci raccontano (con partite apertissimi dove invece il Pd credeva di vincere a mani basse) ma per il premier i fronti aperti si stanno moltiplicando e sono tutti caldi e ad alto rischio implosione.
Con il problema dei problemi che neanche le sue barzellette sono mai riuscite a celare. I conti che non tornano e che alla fine della giostra demoliranno lui e il suo fragile a arrabattato esecutivo.
Ieri per il povero Matteo Renzi è arriva un’altra, l’ennesima, doccia fredda: nuovo record per debito pubblico Italiano: “il debito delle Amministrazioni pubbliche – ha fatto sapere Palazzo Koch – è aumentato in marzo di 15,3 miliardi, a 2.184,5 miliardi superando il precedente massimo di 2.169 toccato nel mese di febbraio”. 


E adesso come la mettiamo, caro Renzi? E adesso come la mettiamo, caro Padoan? Il ministro dell’Economia e delle finanze non ci aveva detto che il debito doveva stabilizzarsi nel 2015 e scendere dal 2016? Come mai continua a crescere e Bankitalia ha certificato un nuovo record?
Domande senza risposta. Il governo non commenta i dati scomodi. Fa solo spot pubblicitari, nulla di più.
Ci avevano raccontato che le Province, con il famigerato provvedimento Delrio, sarebbero scomparse, e con esse i costi per lo Stato. 



Falso: le Province vivono e costano come prima – ci dice la Corte dei Conti – continuando a spendere la bellezza di 7 miliardi all’anno.
E sulle pensioni? Continua la grande lite tra Renzi e Padoan dopo la decisione della Corte costituzionale.


mercoledì 13 maggio 2015

TEST A STATUTO SPECIALE E ANOMALO. BATOSTA? UNA BALLA

 Caos sotto il cielo (dei giornaloni). Bilancio spassionato di una sconfitta che non c’è. Forza Italia ha corso solo in quattro comuni su 140, ma non lo dice nessuno, e si fa la media con il totale dei votanti. Rimboccarsi le maniche invece di stracciarsi le vesti. Nota bene: nessun voto è passato da Forza Italia al Pd. E Renzi? Si sgonfia, i democrat tornano a dimensioni bersaniane: il caso esemplare di Trento. Necessità di uno strumento come il Partito repubblicano, guidato da Berlusconi. Per una lunga marcia di riconquista
SI RICOMINCIA. Invece di stracciarsi le vesti, conviene rimboccarsi le maniche. Ma è il caso di rimboccarsi anche il cervello, conservando una sana razionalità, così da proporre un bilancio spassionato dei dati veri.
Le cifre sono quelle che sono, e impongono di raddrizzare il giudizio su quanto davvero è accaduto. La lista di Forza Italia era presente solo in quattro comuni su 140, fare quindi dei paragoni con precedenti consultazioni elettorali è sbagliato e fuorviante. E anche in quei quattro comuni va tenuto conto di un contesto preciso: il Trentino Alto Adige. Qui nelle elezioni locali abbiamo concorso con liste civiche, e il risultato è in realtà sorprendente (in senso positivo).
In realtà Forza Italia in Trentino ha preso più voti che in passato. Diverso è il caso di Bolzano, che da sempre è una città attraversata da umori autonomistici e da serie questioni localistiche. Dunque occhio a organizzare il funerale a Forza Italia e a Berlusconi sulle basi di un test taroccato dalla cattiva informazione.
Detto questo, non rinunciamo ad un’analisi severa. Nell’ambito del centrodestra la Lega ha ottenuto risultati importanti, duplicando o triplicando i voti. Hanno certo attinto al nostro bacino, altri si sono astenuti. Di certo Renzi non ha assolutamente sfondato al centro. Non ci ha portato via un solo voto. Da queste osservazioni occorre ripartire, perché se ne esca con una linea politica e di impatto comunicativo più acuminata. Nessuno tra i nostri elettori è nostalgico del Nazareno e ci vorrebbe col capo cosparso di cenere a piatire un ruolo da vassalli della marcia renziana. Ai nostri questa faccenda di stare come ospiti minori per spartirci le briciole del bottino delle vittorie altrui, proprio non piace. Semmai, ancora oggi non abbiamo saputo convincere i moderati e quelli che vedono in Renzi un pericolo, della nostra saldezza in una posizione di respingimento delle profferte del Giglio carnivoro. Talune interviste che manifestano una certa disponibilità di accondiscendenza alle tattiche di Renzi e Tonini al Senato, possono aver contribuito a sospingere verso la Lega alcuni dei nostri. Il resto del terreno da recuperare con una conquista palmo a palmo, ostinata, senza tregua, si situa nel vasto campo dell’astensione. Siamo consapevoli: la nostra immagine di divisione non rassicura. E’ importante però notare quello che i commentatori, pronti a infierire su Forza Italia e a esaltare la Lega, hanno occultato alla bell’e meglio. Prendiamo una città come test, quella con il più alto numero di abitanti tra quante sono andate alle urne.

sabato 9 maggio 2015

"ORA UN PARTITO DEI MODERATI "


L'appello di Berlusconi: "Non votate per simpatie personali ma per un grande nuovo partito che si contrappone al Pd"

Berlusconi ha rilanciato il progetto di dar vita a un partito sul modello di quello repubblicano americano: "Solo così contrasteremo la sinistra"



domenica 8 settembre 2013

RIMINI, LA CROCIERA DEGLI IRRIDUCIBILI “SALPIAMO ALLA VOLTA DI FORZA ITALIA!, LA FAZIOSITA’ DI REPUBBLICA

Una ventina di attempati sostenitori di Berlusconi, che fanno parte del Pdl Seniores regionale, sono saliti a bordo di una motonave con tanto di bandiere, striscioni e raccolta firme per il referendum di Pannella. Un tour sulla costa romagnola per festeggiare la rinascita del partito fondato dal Cavaliere vent'anni fa i GIULIA FOSCHI

RIMINI - La Motonave Bella Rimini, che ogni giorno accompagna i turisti in gita lungo la costa adriatica, questa mattina di buon’ora ha attraccato nel porto della città romagnola addobbata dalle bandiere di Forza Italia. A darle il benvenuto, una ventina di simpatizzanti e militanti dei circoli della zona, dall’età media piuttosto elevata, alcuni curiosi appena svegli e qualche grido di protesta. “Salpiamo alla volta di Forza Italia” è il nome dell’iniziativa, ideata da Gabriella Bianchi, presidente del Pdl Seniores Emilia Romagna, e sostenuta da diversi circoli regionali: una mini-crociera giornaliera lungo il litorale per festeggiare l’imminente rinascita del partito di Silvio Berlusconi, attesa entro il mese di settembre. E, inevitabilmente, per discutere del nodo della decadenza. Anche se, spiega Bianchi, “questa non è certo una manifestazione di protesta, che pure condividiamo, bensì una festa di incoraggiamento per il futuro di noi Azzurri. Siamo pieni di fiducia, Silvio Berlusconi è l’unico che può risanare l’Italia”. “Un vero leader, dotato di un carisma e di un’intelligenza impareggiabili”, aggiunge un’entusiasta partecipante. A bordo si possono firmare i referendum sulla giustizia promossi dai Radicali. Poi, spazio ai dibattiti e alla festa, con grigliate di pesce, aperitivi, canti e slogan recuperati per l’occasione dai tempi della storica discesa in campo del ’94, e un’attesa telefonata di Renato Brunetta. La navigazione dura per l’intera giornata: tappa a Cervia per raccogliere altri sostenitori, poi rotta verso Gabicce.  Gli organizzatori spiegano che i partecipanti previsti sono circa 120. Lo stesso Silvio Berlusconi ha inviato un messaggio all’ex consigliere regionale Rodolfo Ridolfi per complimentarsi per l’iniziativa. Sul molo di Rimini, il deputato Sergio Pizzolante saluta i militanti in partenza. “Una bella iniziativa spontanea”, dice, dichiarandosi inoltre ottimista sulla tenuta del Governo. “Romagnoli, aprite gli occhi!”, grida un attivista sventolando la bandiera dalla prua della nave, mentre da terra un piccolo gruppo di passanti si ferma a rispondere: “Vergogna! Siete ridicoli!”. “Che faccia tosta! Avete mandato in rovina il Paese!”, scandisce un ciclista. “Metteteli dentro!”, urla un ragazzo a una volante della polizia. “Per fortuna sono pochi e non ci sono i giovani – sospira infine una signora – mi consola giusto questo”.

giovedì 5 settembre 2013

BAZZONI, MAMMA MULTATA SUL BUS PER NON AVER CHIUSO PASSEGGINO


Bologna, 4 set. - (Adnkronos) - "Non e' pensabile che il trasporto pubblico in Emilia Romagna non sia adeguato alle esigenze di mamme e minori sotto i 4 anni". E' quanto afferma il consigliere Pdl della Regione Emilia Romagna, Gianguido Bazzoni, un'interrogazione rivolta alla giunta. L'intervento prende spunto dal caso che Bazzoni stesso porta a conoscenza dell'aula e che vedrebbe una mamma multata su di un autobus a Bologna per essere salita a bordo con il passeggino aperto nel quale dormiva il suo bambino. Bazzoni ricorda in proposito che per motivi di sicurezza il regolamento di viaggio di Atc Bologna e Tper, prevede che non sia possibile salire in autobus con bambini su carrozzine e passeggini che devono comunque essere ripiegati. Ma considerato che in molti casi risulta disagevole provvedere a piegare passeggino o carrozzina (peraltro non tutti ripiegabili) in prossimita' delle fermate mantenendo in sicurezza il minore, Bazzoni chiede alla giunta come intenda attivarsi per garantire un trasporto pubblico adeguato e sicuro per mamme e bambini anche nei passeggini. Secondo il consigliere, "e' necessario trovare soluzioni idonee che garantiscano al contempo la sicurezza dei minori e la facilita' di utilizzo da parte delle mamme con bambini nel passeggino sui mezzi di trasporto pubblico".
(04 settembre 2013 ore 18.02)